Il Rifugio Capanna Gnifetti (3647m) è un pezzo di storia dell'alpinismo, ma anche un rifugio moderno dove, ogni estate, passano migliaia di persone dirette verso i 4000 del Monte Rosa. Qui ci si ferma, si mangia, si riposa e si parte per salite che restano nei ricordi.
Non è solo una tappa tecnica: è un luogo dove si respira l'essenza della montagna vera. Quella che sa accogliere chi arriva con rispetto e preparazione.
La Capanna Gnifetti è un pezzo di storia viva dell'alpinismo, ma con lo sguardo rivolto sempre in avanti. Più che un rifugio tradizionale, è un avamposto affollato, un vero campo base per chi punta alle vette del Monte Rosa.
Qui si arriva per mangiare, riposare qualche ora e prepararsi a salite che lasciano il segno. Un punto di passaggio dove, ogni estate, si incrociano esperienze, storie e progetti di chi cerca la quota con rispetto e determinazione.
Nella storia della Capanna Gnifetti si sono alternate figure carismatiche di custodi che hanno dato volto e carattere a questo luogo.
Oggi la gestione è nelle mani di Erica di Rifugi Monterosa, che da anni, con dedizione, si prende cura del popolo della montagna.
La sua esperienza e il legame profondo con il Monte Rosa tengono in vita uno degli avamposti per le vette più impegnativi da gestire: niente acqua corrente, posizione arroccata sulle rocce del Garstelet e un affollamento continuo in una struttura storica che custodisce memoria ma deve garantire efficienza.
Anche la struttura della Capanna Gnifetti è cambiata negli anni, ma il bar è sempre lo stesso.
È il cuore del vecchio rifugio, carico di racconti e aspettative, foderato di legno antico, che ha visto passare nomi come Bonatti, Messner, Mondinelli, Barmasse, Steck, Kammerlander, Lafaille, Moro, Nives Meroi e Tamara Lunger.
Oggi ascolta le voci di chi parte per la prima Vincent, punta alla Margherita o cerca altezze impegnative e vie iconiche.
Il bar della Gnifetti è immutato da decenni: cambiano le persone, la storia lascia spazio al presente, ma le pareti restano le stesse.
Quando è pieno, prima di andare a dormire, le voci si mescolano e riempiono l'aria. Quando è vuoto, nel silenzio dell'alta quota, resta l'eco di chi è passato.
La Gnifetti è custode di ricordi, in un rifugio che cresce e si trasforma assecondando l'evoluzione dell'alpinismo.
Vegetariani, celiaci, intolleranti: alla Gnifetti nessuno resta indietro.
Erica e il suo staff sanno come accogliere tutti.
Non ci sono problemi di cibo quassù: la cucina è ben attrezzata, i piatti sono semplici, abbondanti e freschi, pensati per dare energia a chi sale. L'attenzione agli ingredienti e ai dettagli è la normalità.
Come si dorme alla Capanna Gnifetti? Le camere sono essenziali, i letti tanti e dotati di piumoni, ma senza lenzuola: il sacco lenzuolo è obbligatorio.
C'è chi chiude gli occhi per poche ore prima di partire di notte e chi torna stremato dopo la prima vetta sopra i 4000.
Qui dentro si dorme poco, ma ci si riposa davvero. Le stanze accolgono chi arriva, chi riparte, chi scambia due parole con uno sconosciuto, che domani sarà solo un puntino in cordata. Ogni letto ha visto scarponi fradici, pile appesi ad asciugare, zaini pronti per ripartire.
Tutto passa di qui: chi dorme alla Gnifetti porta a casa emozioni vere — la sveglia presto, le luci spente, le chiacchiere sottovoce, la porta che si chiude piano per non svegliare chi arriva dopo e tramonti incredibili.
La Capanna Gnifetti è un rifugio vero. Curato da chi la conosce bene. Sempre la stessa dal 1876, sempre viva, sempre in evoluzione.
Da qui si parte per la Piramide Vincent, la Parrot, la Margherita, la Zumstein, il Naso dei Lyskamm e tante altre vie iconiche del Monte Rosa.
La Gnifetti è un punto di passaggio prezioso, un vero campo base avanzato per chi cerca l'aria sottile.
Le guide alpine UIAGM di Alagna la considerano casa loro in quota: la conoscono bene, sanno quando è il momento di partire, quando fermarsi, quando tornare indietro.
Vicino alla Capanna Gnifetti sorge la piccola Cappella della Madonna dei Ghiacciai, che domina e veglia sui ghiacciai del Monte Rosa dalla straordinaria quota di 3647 metri.
É la cappella più alta d'Europa, è una testimonianza di fede, amicizia e gratitudine, nata per ricordare per sempre don Aristide Vesco, educatore generoso e guida spirituale illuminata.
Il 5 agosto 1967, dopo anni di progettazione, lavori e un trasporto complesso in condizioni estreme, la cappella fu benedetta e inaugurata con una celebrazione presieduta da S.E. Mons. Luigi Bettazzi, allora Vescovo di Ivrea, insieme al Superiore Regionale Salesiano Don Amedeo Verdecchia.
Da quel giorno, ogni anno, il primo sabato di agosto, alpinisti, visitatori e pellegrini salgono fin quassù per partecipare alla Santa Messa e ricordare tutti i caduti del Monte Rosa.
Pronto a salire? La Capanna Gnifetti è lì per chi vuole andare oltre la semplice escursione.
Qui vivi la montagna per davvero, passo dopo passo, con le nostre guide alpine UIAGM al tuo fianco. Pianifica la tua prima cima sopra i 4000 in sicurezza, con la preparazione giusta.
Scrivici, prenota, sali. La Gnifetti è pronta ad accogliere anche la tua storia.
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