La Valsesia è stata per secoli una terra povera di mezzi ma ricca di legno, pietra, acqua e soprattutto della creatività della sua gente. Secoli di autosufficienza e ingegno fanno oggi dell’artigianato Valsesiano, un artigianato importante, che spazia dalla decorazione degli utensili e delle abitazioni, alla produzione delle calde pantofole chiamate scapin (o scapini valsesiani) e delle cuffie di Alagna, al prezioso pizzo chiamato “puncett” in dialetto locale e conosciuto come puncetto valsesiano. Sapienti mani ne custodiscono oggi l’arte e realizzano prodotti che ben rappresentano la cultura moderna del saper fare, che affonda le sue radici in una sapienza antica.
I MAESTRI DELLA TRADIZIONE

Ernesto: oggetti in legno
Della sua produzione dice: “oggi lo chiamate hobby ma per me è solo una grande passione”.
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Annette: Scapin Valsesiani
Annette confeziona gli scapin di tessuto pregiato rigorosamente a mano.
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Paola: sartoria
Il modo di lavorare e gli abiti che realizza rispecchiano il suo approccio alla vita.
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Walserbuteja
La Walserbuteja è un vero e proprio punto di incontro della cultura del legno.
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Giuliana: Puncetto
Giuliana, un nodo dopo l'altro crea componenti per l’abito tradizionale e per la biancheria
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Silvano: antiquariato
Il laboratorio Demarchi progetta e realizza arredi ed architetture in legno, in stile valsesiano.
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CURIOSITA' IN PILLOLE
- La cuffia di Alagna
- Gli Scapin
- Il Puncetto
Non se ne conoscono le origini ma, sebbene entrata in uso ad Alagna in un passato relativamente recente, ora è parte integrante della sua tradizione. Posata sulla testa già da neonati, gli uomini la indossano durante tutto il corso della vita.
Viene realizzata interamente a mano, con i ferri da maglia, dalla donne alagnesi che se ne tramandano i disegni e la tecnica. La sua caratteristica forma a tre punte la rende unica ed inconfondibile. Tale particolarità è dettata da motivazioni essenzialmente pratiche, ovvero per proteggere orecchie e fronte dai rigori invernali, sebbene sia pure evocativa di immaginari leggendari.
Ve ne sono di vari colori e fantasie, senza particolari vincoli e anche l’unico, quello cioè che la legava essenzialmente al mondo maschile, è stato spezzato.
Lo scapin valsesiano (schokka in lingua walser, scapino o scapini in italiano) è uno dei prodotti artigianali che meglio rappresenta la Valsesia. Confezionati interamente a mano, sono realizzati con ritagli di tessuto riciclato e corde di canapa e per secoli sono stati la calzatura quotidiana della popolazione valsesiana.
Il modello tradizionale di Alagna, più antico rispetto a quello più elegante che viene prodotto in Valsesia, ha la tomaia con la punta quadrata, ingentilita da un fiocco piatto, retaggio di un modello più antico che presentava due lembi laterali per meglio adattare lo scapin al piede (auroschokkini ).
Un tempo neri o marroni, oggi vengono prodotti con i colori più svariati e spesso ingentiliti con ricami e nastri colorati e rappresentano un prodotto d’eccellenza che va di pari passo con le mode.
Le origini del puncetto sono ancora oggi argomento di studio ma di certo in Valsesia e in particolare nella Valle Vogna si sono svolte tappe fondamentali della sua storia. Presente anche in altre zone dell’arco alpino è ormai opinione diffusa che sia nato come punto di congiunzione per unire fra loro i lembi della tela di canapa.
Dal primordiale “piccolo punto”costruito nodo su nodo è nato tuttavia un merletto prezioso e ricercato che si inserisce con grazia sugli abiti femminili. Si trova spesso inserito nelle camice come scollo di rifinitura, come decorazione delle maniche, nei grembiuli e negli indumenti intimi.
I puncetti walser più antichi sono caratterizzati da disegni più fitti e sono sopravvissuti principalmente nelle camice femminili, inseriti al posto del colletto con forma arrotondata che segue la linea naturale del collo. Nelle versioni più moderne del costume si trova spesso nei davantini, con forma quadrata e disegni più ariosi. Il ricamo, che si basa sulla ripetizione di moduli geometrici, si è evoluto e modificato nel tempo, in funzione delle mode e della fantasia e l’originalità delle puncettaie, da sempre orgogliose e gelose di quest’arte antica tramandata di generazione in generazione.