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Giugno è il nuovo luglio: alpinismo consapevole sul Monte Rosa

Giugno è il nuovo luglio – È tempo di tornare in quota

Nevica. Una neve fitta, lenta, che copre tutto e tace i rumori. Sul Rosa, l’inverno ha ancora l’ultima parola. Ma sotto, sotto quel manto fresco, c'è un ghiacciaio che si prepara. Il palco è imbiancato, la scena è pronta, e l’alpinismo può ricominciare.

Per chi va in montagna con la testa e con le gambe, ormai è evidente: giugno è il mese chiave. Nonostante ci si ostini a dire che il momento migliore per l’alta quota sia luglio, la realtà degli ultimi anni parla chiaro. I ghiacciai, in giugno, sono ancora ben innevati. Le temperature sono stabili, le rigole non hanno ancora inciso la neve, i ponti sui crepacci tengono. L’ambiente è bianco, integro, leggibile.

L’effetto del cambiamento climatico

Il riscaldamento globale non è un concetto teorico da dibattito. Lo si tocca con mano in ogni uscita. Luglio, che una volta era il mese perfetto, è diventato critico. Le temperature salgono troppo, troppo presto. Le scariche aumentano, i seracchi si muovono, le cordate partono di notte o non partono affatto. Le finestre buone si assottigliano.

Giugno, invece, offre ancora margine. C'è più freddo di notte, c'è più neve, c'è meno stress. Serve solo cambiare abitudini. Ricalibrare il calendario. Guardare al presente, non al passato. E prendere atto che il nuovo inizio è adesso.

Quest’anno si parte il 30 maggio

Con il ponte del 2 giugno, gli impianti aprono sia da Alagna che da Gressoney. Si torna in quota con gli sci ai piedi o gli scarponi ben legati. Le gite iniziano a prendere forma.

Già, perché in certi angoli riparati, a inizio giugno, qualche itinerario di scialpinismo sarà ancora possibile.

Il punto di partenza per quasi tutte le salite al Monte Rosa è il Passo dei Salati, a 2971 metri. Da lì si entra nel cuore dell’alta quota. Puoi scegliere se salire da sud o da ovest, da Alagna o da Gressoney. Ma ricordati: le due località sono separate solo da un colle, eppure per raggiungerle in auto ci vogliono 170 chilometri di strada. Meglio allora farlo a piedi. O in funivia.

Il Monte Rosa è in Piemonte o in Valle d’Aosta? In Italia o Svizzera?
La risposta è semplice: è dappertutto.

Da Gressoney lo sguardo si apre sulla parete ovest, severa, imponente, con la Vincent in primo piano. Da Alagna si ammira la parete sud, più ampia e luminosa: lo skyline disegna le linee della Gnifetti, della Parrot, e naturalmente della Capanna Margherita.

E non importa se a giugno la Capanna è ancora chiusa (l’apertura ufficiale è il 21): non si può dormire, ma si può entrare nell’invernale, affacciarsi dal balcone, guardare giù. Sentire l’aria. Capire dove sei arrivato.

Pronto a metterti in cammino verso la Capanna Margherita?

Il 1 e 2 giugno saliamo con le guide alpine di Alagna e Gressoney per provare a raggiungere il rifugio più alto d’Europa in due giorni: una notte in quota, passo dopo passo verso i 4554 metri. Se le gambe sono pronte, si parte. Ma in montagna comanda lei. Se il meteo o la neve cambiano i piani, si punta a un altro 4000.

Perché l’alpinismo non è conquistare, è ascoltare. È adattarsi, leggere, decidere. Fare un passo indietro se serve. Uno avanti, se è il momento.

Vogliamo aprire l’estate con lo spirito giusto. Con la voglia di emozionarci senza strafare, inseguendo quella normalità perduta fatta di fatica buona, orizzonti puliti e silenzi veri. Due giorni per ritrovare il ritmo della montagna. Vuoi Provare? Scrivici per questo fuoriprogramma.

Due salite perfette per aprire la stagione

Punta Giordani – Il primo passo verso l’alta quota

Chi vuole iniziare, inizia da qui. La Giordani (4046 m) è la vetta più meridionale del Rosa, quella più accessibile. 750 metri di dislivello, una salita progressiva su pendii di neve, senza crepacci aperti a inizio stagione. Il ghiacciaio è dolce, ma l’ambiente è quello vero. Alta montagna. Corda, picozza, ramponi. Passi sicuri.

Non è una passeggiata, ma è alla portata. E soprattutto è una scuola. Qui si impara a muoversi in cordata, a respirare piano quando manca l’aria, a mettere un piede dopo l’altro con attenzione.

La salita è breve, ma intensa. E il panorama dalla vetta è quello di un mondo nuovo.

  • Difficoltà: F
  • Dislivello: 750 m
  • Durata: 2h30–3h

Punta Vincent e Cristo delle Vette – Allenamento e orizzonti larghi

La Piramide Vincent (4215 m) è una delle cime simbolo del Rosa. Si sale lungo il ghiacciaio del Lys, come fece nel 1819 l’ingegnere Jean-Nicolas Vincent. Da lì si domina tutto: Valsesia, Valle del Lys, Val d’Ayas. A perdita d'occhio.

Poi, si devia sulle rocce del Balmenhorn (4161 m), dove si incontra il Cristo delle Vette. Una statua enorme, piazzata tra i sassi da Alfredo Bai come ringraziamento per essere tornato dalla guerra. Un gesto forte. Una presenza che sorprende.

La salita alla Vincent è progressiva, ma più lunga e strutturata della Giordani. Più dislivello, più quota, più respiro. Ma resta una salita di inizio stagione, perfetta per testarsi, per allenarsi, per imparare.

  • Difficoltà: F+
  • Dislivello: 950 m
  • Durata: 3h30–4h

Si può fare in giornata, ma è anche l’ideale da spezzare in due, dormendo al rifugio Mantova o alla Gnifetti.

E poi?

Se senti che hai ancora margine, ci sono altri nomi da scrivere sul tuo taccuino.

Il Castore, perfetto per la prima emozione in cresta. Il Polluce, più tecnico, più verticale. La cresta del Soldato, linea sottile da affrontare con mente lucida. Il naso del Lyskamm, che scorre armonico alla base dei giganti del monte Rosa.

Tutti obiettivi che si preparano con intelligenza. Non è questione di forza, ma di passo, di metodo, di ascolto.

E tutto comincia adesso, in giugno, quando la montagna è ancora in silenzio, e i suoi spazi sono più vuoti.

Perché salire?

Non servono ragioni eroiche. L’alpinismo non è una sfida, è un linguaggio. Serve solo desiderio, costanza, una certa pazienza. E poi ascolto. Della montagna, del corpo, del gruppo.

Salire dà ordine ai pensieri. Impone lentezza. Costruisce attenzione. Toglie il superfluo.

E giugno è il momento in cui tutto è ancora possibile. Nessuna cima è ancora "fatta". Nessun tracciato è battuto. Ci sei solo tu, la guida, la neve intatta. È tempo di uscire di traccia, sì. E senza lasciare traccia.

Inizia da qui. Per andare dove vuoi.

Le nostre salite di giugno – Scegli la tua linea verso l’alta quota

1–2 giugno
La prima salita del 2025 – Fuori programma, per chi non vuole aspettare.
Una gita esclusiva, per chi ha voglia di iniziare subito. Pochi posti, tanto margine.
👉 Scrivici se vuoi esserci.

6–7 giugno
Capanna Margherita con gli sci – L’ultima grande scialpinistica della stagione.
Per chi sogna di mettere le pelli sul ghiacciaio e togliere gli sci… solo in vetta.
👉 Guarda il programma

7–8 giugno
Capanna Margherita classica – Alta quota, ramponi e passo costante.
Una salita vera, che non delude mai. Il rifugio più alto d’Europa per primi.
👉 Vai al booking on line

14 giugno (due opzioni)
• Vincent e Cristo delle Vette – La linea più panoramica per salire sopra i 4000. Clikka qui
• Parrot e i 4000 del Rosa – Per chi vuole di più. Una traversata, un test, un viaggio. Chiamaci se vuoi un confronto

21 giugno
Punta Giordani – L’inizio perfetto. Alta montagna alla portata, ma senza sconti.
Impari, ascolti, sali. E vedi se sei pronto per andare oltre.
👉 Prenota ora

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Perfetto. Chiamaci e scegli la data migliore per te.
Costruiamo la salita su misura, per il tuo ritmo, i tuoi obiettivi, la tua voglia di quota


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