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Eterno, l'intervista alla regista Chiara Guglielmina



Sveliamo il dietro le quinte di Eterno, il racconto breve pensato e diretto da Chiara Guglielmina che racconta di Alagna Valsesia

- Com’è nato Eterno?

Eterno è nato un po’ per caso. Inizialmente doveva essere qualcosa di diverso e nemmeno io, ormai quasi un anno fa, avevo idea di che piega avrebbe preso il progetto. Volevo rendere omaggio alla montagna di casa, questo è sempre stato chiaro.

Roberto Veggi, il Sindaco di Alagna, mi ha incaricato di realizzare un prodotto multimediale con lo scopo di promuovere il territorio. Gli ho proposto di fare “qualcosa di diverso” e lui si è fidato ciecamente. Di questo lo ringrazio ancora oggi; mi ha dato carta bianca sostenendo che, parole sue: “Le persone vanno lasciate libere di lavorare”.

- Perché ti è tanto a cuore il concetto del tempo?

Il tempo è ancora oggi una delle cose più difficili da gestire per l’uomo. Soprattutto per noi occidentali, figli di un sistema basato sulla produzione continua, con l’unico scopo di una crescita senza fine, smisurata e priva di senso. A rincorrere le lancette di un orologio rotto.

Il tempo è l’elemento fondamentale per organizzare gli eventi e comprendere l’ordine delle cose nel mondo. È inoltre fondamentale per le previsioni sul nostro futuro, così come per le riflessioni sul passato. Non parlo al plurale perché non ho il diritto di esprimermi per altri, ma sono fermamente convinta che sia giunto il momento di aggiustare l’ingranaggio. Tentarci quantomeno. Come ha sempre fatto, la montagna mi ha permesso di dare la giusta priorità e importanza alle cose della vita. Mettendo tutto in prospettiva e facendomi percepire l’assurdità delle nostre corse verso la conquista dell’inutile. Questo ho cercato di comunicare; non siamo nulla tutti quanti noi se non minuscoli pezzetti di umanità che vanno e vengono, di passaggio di fronte all’eternità della montagna, della Terra tutta.

- Quanto tempo sono durate le riprese e c’è qualche aneddoto o curiosità nel backstage?

Per realizzare il progetto ci è voluto parecchio tempo, specialmente se si considera che il racconto dura otto minuti. I temi trattati, per riuscire a restituire un’immagine completa della vita qui sulle montagne di Alagna, sono tanti e diversi fra loro. È stato necessario girare in ogni stagione e in diverse condizioni climatiche; dai 1.190 metri di Alagna fino ai 4.554 della Capanna Margherita.

- Il documentario è stato candidato a qualche festival?

Più che un documentario credo sia giusto definirlo “racconto breve”; oltre a riportare quello che vive quassù, in montagna, rappresenta anche la mia visione di Alagna, del tempo e delle montagne. In futuro mi piacerebbe lavorare a un documentario vero e proprio. Vedremo. 😉

È stato candidato all’Orobie Film Festival nella sezione dedicata alla valorizzazione delle montagne locali.

- Sappiamo che l’evento a Teatro in occasione della presentazione è andato molto bene, più che sold out. Quali sono i commenti degli spettatori che più ti hanno colpito?

Se devo essere totalmente sincera devo ammettere che questa domanda è difficile. L’evento a Teatro è stato tanto emozionante da lasciarmi confusa. Ho parlato con tante persone dopo la proiezione ma a colpirmi maggiormente, al di là dei commenti, sono stati gli occhi lucidi della prima fila.

- Com’è stato lavorare con il Comune di Alagna e nello specifico con Roberto Veggi?

Stimolante. Roberto non è solo il Sindaco di Alagna, ma un vero appassionato di montagna nonché un uomo di cultura. Confrontarmi con lui è stato importante e arricchente sotto ogni punto di vista. Trovo sia necessario lavorare insieme, imparando gli uni dagli altri, per ottenere risultati significativi.

- Chi ha collaborato con te al progetto?

Di belle parole per Marco ne ho sempre molte ma non voglio ripetermi, il suo sostegno professionale è stato fondamentale per la riuscita del progetto. Non è il nostro primo lavoro insieme e l’amicizia che si è consolidata negli ultimi anni ci ha permesso di lavorare al meglio. Sono sicura che faremo altro insieme, supportandoci a vicenda come professionisti e come amici. 

Ci tengo a ringraziare chiunque si sia reso disponibile, investendo il proprio tempo nel progetto. Il Sindaco Roberto Veggi e le ragazze che lavorano per il Comune di Alagna; Giulia, Valeria e Lorena, ci hanno seguito e aiutato passo dopo passo. Sono sinceramente grata a ciascuno di loro.

Le comparse sono tante per citarle tutte, quindi le raccolgo in unico grande grazie alla gente che vive, ha vissuto e vivrà Alagna.

Ma il mio grazie speciale va al co-regista, collaboratore, collega e amico vero Matteo Cottardo, mancato la sera della Vigilia di Natale in un incidente d’auto. Eterno ora, è diventato un omaggio anche alle famiglie di chi, nell’ultimo anno, ci ha lasciato per sempre. Un invito a essere grati per il tempo che la vita ci dona ogni giorno, in ogni piccolo momento. Ringraziando qualunque Dio lassù per la fortuna di aver avuto, anche se per poco, persone preziose al nostro fianco.

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