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Baite Daverio: una storia quasi millenaria

La Val d’Otro è la prima delle valli che si sviluppano a ventaglio da Alagna. Viene citata fin XI sec in documenti che ne sanciscono i vari passaggi di proprietà dai signori feudali alla chiesa. La trasformazione da alpeggio ad insediamento permanente avviene già all’inizio del 1300 ad opera dei walser provenienti da Gressoney. Per lungo tempo si parla di abitanti della valle d’Otro senza la specifica della divisione frazionale. Dobbiamo arrivare al 1417 per trovare il nome di Scarpia e ancora del tempo per le altre frazioni. Questo naturalmente non significa che non esistessero. Probabilmente infatti la suddivisione per gruppi di case fu presente fin dall’inizio, a partire dalla organizzazione d’alpe e poi proseguita in quella stanziale. Piccoli agglomerati forniti di fontana e forno frazionali circondati da terreni sufficienti per il pascolo, lo sfalcio dell’erba e le coltivazioni.

I fronti delle case delle frazioni sono tutti orientati a cercare la luce. L’attuale tipologia di case, fra cui anche le due conosciute come baite Daverio, sono tutte posteriori al ‘500. Definirle solo baite non rende giustizia alla complessità di questi edifici sotto il cui tetto c’è tutto ciò che poteva servire alla vita dei coloni. Le costruzioni delle origini, del trecento, erano per certo un poco differenti rispetto alle attuali: un numero ridotto di piani con gli ambienti rurali separati da quelli civili. Edifici distinti con solo una piccola porzione ricoperta di pertiche orizzontali per l’essicazione di fieno e cereali. Complice dell’evoluzione edilizia probabilmente fu anche il cambiamento climatico (piccola glaciazione) che ha interessato i secoli successivi alla colonizzazione, a partire dal il XVI sec. Abbassamento delle temperature, aumento delle precipitazioni e dell’umidità caratterizzarono il nuovo periodo climatico. Proprio queste ultime caratteristiche potrebbero essere state alla base dello sviluppo dei loggiati (lobbie) dell’allargamento delle superfici dedicate all’essicazione e all’inserimento del piano dedicato alle camere da letto fra stalle e cucine e fienili, nella zona più calda fra le fonti di calore del piano terra in pietra e l’isolamento termico del piano sommitale. Discorso particolarmente applicabile alla Valsesia dove la percentuale di umidità è sempre stata maggiore rispetto ad altre valli attorno al Monte Rosa.

Le “Baite Daverio”, ora proprietà dell’associazione Unione Alagnese e che saranno interessate dal progetto “Alpe, l’Italia sopra i 600 metri”, hanno le caratteristiche fin qui descritte e portano sul colmo del tetto datazioni differenti fra di loro. Quella più esterna, a sinistra della frazione, è datata 1704. La seconda  è più centrale ed è caratterizzata da un passaggio coperto dietro la casa. La data visibile sul trave di colmo è 1564. Presente anche il segno distintivo di casato “Huszaiche”.

Baite Daverio

 

 

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