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INTRO

Come prepararsi alla traversata dei Lyskamm?

É una domanda che ci viene posta spesso, perché la traversata dei Lyskamm è una meta molto ambita che si riserva ai pochi che non si sono limitati a sognarla, che non si sono limitati a prendere il giusto coraggio per percorrerla, a coloro che hanno sudato allenandosi per viverla.

In questo articolo raccontiamo un possibile percorso, concreto, progressivo e umano, per arrivare, un giorno, a viverla. 

Con testa, tecnica e cuore.

COSA SIGNIFICA PERCORRERE LA TRAVERSATA DEI LYSKAMM?

In montagna, ovunque si possa essere, succede qualcosa di semplice ma profondo. 

Succede quando il rumore del mondo si calma, lascia spazio a quello dei passi, del respiro e un pensiero che si fa limpido. 

Quando il tuo percorso diventa una riflessione muta tra le vette.

È lì che comincia davvero l’alpinismo.

Ma perché farlo? 

Perché affrontare creste, freddo, dislivelli e sveglie all’alba? 

Perché l’alpinismo “normale” è un modo per ritrovare il senso del fare, in un gesto che dalla sua inutilità trova la sua miglior forza. 

Anche la traversata dei Lyskamm, per quanto mitica, a un certo punto diventa semplicemente parte del cammino. Non un’eccezione, ma un’evoluzione.

Prepararsi alla Traversata dei Lyskamm non è solo una questione tecnica: è un cammino che si costruisce. 

Ogni vetta raggiunta, ogni bivacco, ogni piccolo errore che ti insegna qualcosa diventa parte di una narrazione personale fatta di fiducia, fatica e bellezza.

Step 1: Il primo 4000 – Da dove comincia davvero l’alpinismo

Si comincia dalle basi. Non serve correre, ma serve costruire solide fondamenta. 

Perché tutto (equilibrio, ritmo, capacità di ascolto) parte da qui:

  1. Punta Giordani (4.046 m)

Breve, accessibile, ma già oltre i 4000: un battesimo d’alta quota che lascia il segno. 

Lo devi fare? Sì, perché cambia il tuo modo di guardare la montagna.

  1. Piramide Vincent (4.215 m)

Un ghiacciaio vero, 1000 metri di dislivello positivo, un’ottima palestra d’alta quota. 

Qui si entra davvero nel ritmo dell’alpinismo.

Step 2: Formazione tecnica – Imparare a muoversi con consapevolezza

Serve tempo per imparare. E qualcuno che ti accompagni. I corsi di alpinismo sono un passaggio chiave. Un rito, se vuoi.

• Per muoversi su neve, roccia e misto con consapevolezza.

• Per capire cosa significa essere legati a qualcuno nel senso tecnico e in quello simbolico.

• Per scoprire che ogni gesto conta, ogni decisione ha un peso.

Step 3: Le salite che fanno crescere – Costruire testa, gambe e fiducia

Quando il corpo risponde meglio e la testa si abitua ai vuoti e alle distanze, puoi spingerti oltre:

1. Castore (4.228 m)

Una montagna elegante, con una cresta aerea che ti insegna il passo sicuro.

2. Polluce (4.091 m)

Roccia e neve, mani e piedi. Una salita completa, perfetta per allenare tecnica e decisione.

3. Naso del Lyskamm (4.272 m)

Il primo vero assaggio di esposizione. Un modo per capire se quella cresta ti chiama davvero.

Sono salite che parlano di te. 

Come reagisci alla fatica? 

Cosa fai quando arriva il vento? 

Come decidi sopra i 4000?

Step 4: Le creste – Dove si decide se sei pronto

Tre itinerari spettacolari, tre modi diversi di camminare sul filo. 

La Cresta del Naso dal Bivacco Mamo, la Cresta Sella e la Cresta Rey alla Dufour sono molto più di allenamenti: sono esperienze in alta quota che ti mettono alla prova e ti preparano a sognare in grande.

1. Cresta del Naso dei Lyskamm

Grado: AD+
Dislivello:
Giorno 1: 1.800 m fino al Bivacco Mamo Comotti (6-7 ore)
Giorno 2: 600 m fino al Naso (3-4 ore), o 6 ore fino al Lyskamm Orientale
Discesa: 3-4 ore
Quota massima: 4.272 m

Una delle creste più intriganti e selvagge del Monte Rosa. 

Lunga, panoramica e solitaria, ti porta in un ambiente autentico e silenzioso, lontano dai circuiti più battuti. 

Il bivacco Mamo Comotti è un gioiello d’alta quota, perfetto per vivere una notte fuori dal tempo. 

Il percorso alterna tratti di arrampicata facile e passaggi su neve: è l’ideale per chi vuole esplorare la montagna in modo profondo, senza compromessi.

Vuoi prepararti alla Cresta del Naso? 

Comincia dalla Cresta del Soldato.

2. Cresta Sella al Lyskamm Orientale:

Grado: AD+
Dislivello:
Giorno 1: 220 m fino al Rifugio Mantova (1 ora)
Giorno 2: 1.050 m in salita (circa 5 ore)
Discesa: 2-3 ore
Quota massima: 4.527 m


Tra gli itinerari più suggestivi del massiccio. 

Una cresta rocciosa, asciutta e spesso ben protetta anche dopo il maltempo. 

Non troppo tecnica, ma esposta, e sempre esigente: è un percorso per chi ha già esperienza in alta montagna e sa muoversi su misto. 

Offre un grande allenamento mentale: equilibrio, attenzione, progressione in conserva.

Vuoi provarla? Allenati sulla Cresta del Soldato, oppure guarda i Lyskamm dalla Capanna Margherita e comincia a immaginarti lassù.

3. Cresta Rey alla Punta Dufour

Grado: D-
Dislivello:
Giorno 1: 370 m fino al Rifugio Gnifetti (1,5 ore)
Giorno 2: 1.300 m in salita (5-6 ore), 4-5 ore in discesa
Quota massima: 4.634 m

Un classico impegnativo, che porta in vetta alla montagna più alta del Monte Rosa. 

L’itinerario si sviluppa lungo il marcato sperone sud-ovest (SSW), tra i 4.200 e i 4.600 m, con tratti su roccia ben appigliata e sezioni miste, a seconda delle condizioni. 

I passaggi di III e IV grado si alternano a tratti esposti e mai banali. 

Una via che richiede buona forma, concentrazione e solidità mentale. 

Dedicata a Guido Rey, alpinista, scrittore e fotografo, questa cresta è una vera immersione nell’alpinismo classico d’alta quota.

Un’esperienza forte, per chi sente di essere pronto a salire di livello.

Traversata dei Lyskamm

Step 5: La Traversata dei Lyskamm – La linea bianca che ti cambia

Adesso sei consapevole della risposta alla domanda “Come prepararsi alla Traversata dei Lyskamm”.

Una linea bianca sospesa tra due vette. 

Un filo teso tra cielo e ghiaccio.

Questa non è un'esperienza come le altre, è una di quelle cose che si sognano, poi si preparano, poi, forse, si fanno.

Prepararsi alla Traversata dei Lyskamm chiede tutto: testa, tecnica, forma e condizioni ideali. 

In cambio, regala uno dei percorsi più affascinanti delle Alpi. 

Non è per tutti, ma non è nemmeno per pochi.

É per chi ha scelto di sacrificarsi, sudare allenandosi, accompagnato dalla giusta Guida Alpina UIAGM.

Perciò se ti prepari bene come fa chi sale con noi, sicuramente è per te.

Programma tipo:

Giorno 1 – Salita al Rifugio Quintino Sella (3.585 m)
Ci si incontra con la guida, si controlla l’attrezzatura, si osserva la cresta. È lì che tutto comincia.

Giorno 2 – La traversata
Partenza all’alba: Lyskamm Occidentale (4.481 m), poi la cresta, poi Lyskamm Orientale (4.527 m) e discesa verso il Colle del Lys. Una giornata piena, da vivere tutta.

CONCLUSIONE

Quando attraversi i Lyskamm, non stai solo camminando su una cresta: stai camminando dentro un’idea, dentro la storia e dentro te stesso. 

Devi essere pronto, devi sapere ascoltare la montagna e fidarti della tua preparazione. 

Ogni passo diventa una scelta, ogni legatura una relazione, ogni sguardo un momento irripetibile.

Non è una mera impresa da collezionare, ma un’esperienza da sentire sulla propria pelle, un’esperienza da vivere dentro la propria pancia e che ti lascerà un segno.

E se anche deciderai di non farla subito, la traversata ti rimarrà dentro. Come un richiamo. Come qualcosa che aspetta il momento giusto.

Nel frattempo, puoi iniziare ad ascoltarti. A costruirti. A salire.

Noi siamo qui. Per accompagnarti in ogni tappa di questo cammino verticale.

👉 Hai bisogno di capire da dove partire? Scrivici: ti aiutiamo a progettare il tuo primo 4000 o prepararsi alla Traversata dei Lyskamm

 👉 Vuoi vivere una prima esperienza di alpinismo consapevole? Scopri le nostre proposte guidate e i corsi in programma.

Giugno è il nuovo luglio – È tempo di tornare in quota

Nevica. Una neve fitta, lenta, che copre tutto e tace i rumori. Sul Rosa, l’inverno ha ancora l’ultima parola. Ma sotto, sotto quel manto fresco, c'è un ghiacciaio che si prepara. Il palco è imbiancato, la scena è pronta, e l’alpinismo può ricominciare.

Per chi va in montagna con la testa e con le gambe, ormai è evidente: giugno è il mese chiave. Nonostante ci si ostini a dire che il momento migliore per l’alta quota sia luglio, la realtà degli ultimi anni parla chiaro. I ghiacciai, in giugno, sono ancora ben innevati. Le temperature sono stabili, le rigole non hanno ancora inciso la neve, i ponti sui crepacci tengono. L’ambiente è bianco, integro, leggibile.

L’effetto del cambiamento climatico

Il riscaldamento globale non è un concetto teorico da dibattito. Lo si tocca con mano in ogni uscita. Luglio, che una volta era il mese perfetto, è diventato critico. Le temperature salgono troppo, troppo presto. Le scariche aumentano, i seracchi si muovono, le cordate partono di notte o non partono affatto. Le finestre buone si assottigliano.

Giugno, invece, offre ancora margine. C'è più freddo di notte, c'è più neve, c'è meno stress. Serve solo cambiare abitudini. Ricalibrare il calendario. Guardare al presente, non al passato. E prendere atto che il nuovo inizio è adesso.

Quest’anno si parte il 30 maggio

Con il ponte del 2 giugno, gli impianti aprono sia da Alagna che da Gressoney. Si torna in quota con gli sci ai piedi o gli scarponi ben legati. Le gite iniziano a prendere forma.

Già, perché in certi angoli riparati, a inizio giugno, qualche itinerario di scialpinismo sarà ancora possibile.

Il punto di partenza per quasi tutte le salite al Monte Rosa è il Passo dei Salati, a 2971 metri. Da lì si entra nel cuore dell’alta quota. Puoi scegliere se salire da sud o da ovest, da Alagna o da Gressoney. Ma ricordati: le due località sono separate solo da un colle, eppure per raggiungerle in auto ci vogliono 170 chilometri di strada. Meglio allora farlo a piedi. O in funivia.

Il Monte Rosa è in Piemonte o in Valle d’Aosta? In Italia o Svizzera?
La risposta è semplice: è dappertutto.

Da Gressoney lo sguardo si apre sulla parete ovest, severa, imponente, con la Vincent in primo piano. Da Alagna si ammira la parete sud, più ampia e luminosa: lo skyline disegna le linee della Gnifetti, della Parrot, e naturalmente della Capanna Margherita.

E non importa se a giugno la Capanna è ancora chiusa (l’apertura ufficiale è il 21): non si può dormire, ma si può entrare nell’invernale, affacciarsi dal balcone, guardare giù. Sentire l’aria. Capire dove sei arrivato.

Pronto a metterti in cammino verso la Capanna Margherita?

Il 1 e 2 giugno saliamo con le guide alpine di Alagna e Gressoney per provare a raggiungere il rifugio più alto d’Europa in due giorni: una notte in quota, passo dopo passo verso i 4554 metri. Se le gambe sono pronte, si parte. Ma in montagna comanda lei. Se il meteo o la neve cambiano i piani, si punta a un altro 4000.

Perché l’alpinismo non è conquistare, è ascoltare. È adattarsi, leggere, decidere. Fare un passo indietro se serve. Uno avanti, se è il momento.

Vogliamo aprire l’estate con lo spirito giusto. Con la voglia di emozionarci senza strafare, inseguendo quella normalità perduta fatta di fatica buona, orizzonti puliti e silenzi veri. Due giorni per ritrovare il ritmo della montagna. Vuoi Provare? Scrivici per questo fuoriprogramma.

Due salite perfette per aprire la stagione

Punta Giordani – Il primo passo verso l’alta quota

Chi vuole iniziare, inizia da qui. La Giordani (4046 m) è la vetta più meridionale del Rosa, quella più accessibile. 750 metri di dislivello, una salita progressiva su pendii di neve, senza crepacci aperti a inizio stagione. Il ghiacciaio è dolce, ma l’ambiente è quello vero. Alta montagna. Corda, picozza, ramponi. Passi sicuri.

Non è una passeggiata, ma è alla portata. E soprattutto è una scuola. Qui si impara a muoversi in cordata, a respirare piano quando manca l’aria, a mettere un piede dopo l’altro con attenzione.

La salita è breve, ma intensa. E il panorama dalla vetta è quello di un mondo nuovo.

Punta Vincent e Cristo delle Vette – Allenamento e orizzonti larghi

La Piramide Vincent (4215 m) è una delle cime simbolo del Rosa. Si sale lungo il ghiacciaio del Lys, come fece nel 1819 l’ingegnere Jean-Nicolas Vincent. Da lì si domina tutto: Valsesia, Valle del Lys, Val d’Ayas. A perdita d'occhio.

Poi, si devia sulle rocce del Balmenhorn (4161 m), dove si incontra il Cristo delle Vette. Una statua enorme, piazzata tra i sassi da Alfredo Bai come ringraziamento per essere tornato dalla guerra. Un gesto forte. Una presenza che sorprende.

La salita alla Vincent è progressiva, ma più lunga e strutturata della Giordani. Più dislivello, più quota, più respiro. Ma resta una salita di inizio stagione, perfetta per testarsi, per allenarsi, per imparare.

Si può fare in giornata, ma è anche l’ideale da spezzare in due, dormendo al rifugio Mantova o alla Gnifetti.

E poi?

Se senti che hai ancora margine, ci sono altri nomi da scrivere sul tuo taccuino.

Il Castore, perfetto per la prima emozione in cresta. Il Polluce, più tecnico, più verticale. La cresta del Soldato, linea sottile da affrontare con mente lucida. Il naso del Lyskamm, che scorre armonico alla base dei giganti del monte Rosa.

Tutti obiettivi che si preparano con intelligenza. Non è questione di forza, ma di passo, di metodo, di ascolto.

E tutto comincia adesso, in giugno, quando la montagna è ancora in silenzio, e i suoi spazi sono più vuoti.

Perché salire?

Non servono ragioni eroiche. L’alpinismo non è una sfida, è un linguaggio. Serve solo desiderio, costanza, una certa pazienza. E poi ascolto. Della montagna, del corpo, del gruppo.

Salire dà ordine ai pensieri. Impone lentezza. Costruisce attenzione. Toglie il superfluo.

E giugno è il momento in cui tutto è ancora possibile. Nessuna cima è ancora "fatta". Nessun tracciato è battuto. Ci sei solo tu, la guida, la neve intatta. È tempo di uscire di traccia, sì. E senza lasciare traccia.

Inizia da qui. Per andare dove vuoi.

Le nostre salite di giugno – Scegli la tua linea verso l’alta quota

1–2 giugno
La prima salita del 2025 – Fuori programma, per chi non vuole aspettare.
Una gita esclusiva, per chi ha voglia di iniziare subito. Pochi posti, tanto margine.
👉 Scrivici se vuoi esserci.

6–7 giugno
Capanna Margherita con gli sci – L’ultima grande scialpinistica della stagione.
Per chi sogna di mettere le pelli sul ghiacciaio e togliere gli sci… solo in vetta.
👉 Guarda il programma

7–8 giugno
Capanna Margherita classica – Alta quota, ramponi e passo costante.
Una salita vera, che non delude mai. Il rifugio più alto d’Europa per primi.
👉 Vai al booking on line

14 giugno (due opzioni)
• Vincent e Cristo delle Vette – La linea più panoramica per salire sopra i 4000. Clikka qui
• Parrot e i 4000 del Rosa – Per chi vuole di più. Una traversata, un test, un viaggio. Chiamaci se vuoi un confronto

21 giugno
Punta Giordani – L’inizio perfetto. Alta montagna alla portata, ma senza sconti.
Impari, ascolti, sali. E vedi se sei pronto per andare oltre.
👉 Prenota ora

👥 Hai un gruppo tuo?
Perfetto. Chiamaci e scegli la data migliore per te.
Costruiamo la salita su misura, per il tuo ritmo, i tuoi obiettivi, la tua voglia di quota


La montagna come narratrice

Le Alpi non sono solo cime e ghiacciai: sono custodi di racconti. Storie scritte dal vento, dalla neve, dai passi lenti di chi le ha attraversate con rispetto. Ogni fotografia può diventare un capitolo di questo racconto, che si tratti del profilo di una cresta tra le nuvole o del dettaglio di una baita Walser incrostata di gelo.

La fotografia di montagna come storytelling ti chiede qualcosa in più: non solo la luce perfetta, ma la capacità di cogliere il significato dietro ogni ombra. Dietro ogni respiro trattenuto all’alba, quando il Monte Rosa si lascia dipingere dall’aurora.

Che tu abbia una reflex professionale o uno smartphone, poco importa. In quel momento, il tuo strumento diventa una penna. Le Alpi, il tuo racconto.

Comporre una storia: consigli per fotografare il Monte Rosa

Scegli il tuo soggetto con il cuore prima, e con la mente poi

Non limitarti a immortalare le cime. Cerca i dettagli che parlano.
Una corda logora su un rifugio. Il muschio che abbraccia una roccia. Il sorriso stanco (ma felice) di un alpinista al tramonto. Sono questi i particolari che fanno vivere il tuo racconto, perché sono quelli che ti emozionano davvero.

Vivi prima di scattare.
Le fotografie più forti sono quelle che arrivano dopo aver ascoltato il silenzio della montagna.

Sul Monte Rosa puoi immortalare le tracce leggere di una guida che attraversa il ghiacciaio del Lys o il fumo del camino della Capanna Margherita che si alza nell’aria sottile. Ogni soggetto è una porta aperta su una storia.

Usa la composizione per emozionare

La regola dei terzi, le linee guida, il contrasto tra neve e roccia… la composizione non è solo tecnica: è sentimento.

Cattura la cultura alpina

Le Alpi sono anche chi le abita.
Fotografare un tetto in pietra Walser, un bastone da trekking appoggiato a una porta, una finestra illuminata al crepuscolo significa dare voce alla cultura viva della montagna.

Questi scatti non sono solo belli: sono un omaggio sincero alla montagna e a chi la vive ogni giorno.

Perché raccontare le Alpi con la fotografia?

Perché è un modo autentico per portare a casa un pezzo di montagna senza toccarla.
Ogni scatto è un dialogo, un invito a rallentare, a raccogliere emozioni: la fatica di una salita, la bellezza di un panorama, la condivisione con una guida che conosce ogni cresta.

Sul Monte Rosa queste storie diventano reali.

📍 La Capanna Margherita, a 4556 metri, non è solo un rifugio: è luce, ghiaccio e storia.
📍 Le valli di Alagna, con le tradizioni Walser, aggiungono spessore a ogni immagine.

Fotografare qui è un atto di rispetto. È dire alla montagna:
“Ti ho vista. Ti ho vissuta. Ti porto con me.”

Vivi la tua storia sul Monte Rosa

🎒 Vuoi imparare a trasformare i tuoi scatti in racconti che emozionano?

Partecipa alla nostra esperienza “Fotografia e Alpinismo alla Capanna Margherita”.
Tre giorni di luce, silenzi e ghiaccio, insieme a guide UIAGM esperte.
Vivrai il Monte Rosa con occhi nuovi, fotografando l’alba dalla Punta Gnifetti, ascoltando i ghiacciai e raccontando la montagna attraverso il tuo sguardo.

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Hai mai guardato qualcuno arrampicarsi su una parete di roccia e pensato “che figata, lo vorrei fare anch’io”? Bene, questo è il posto giusto per iniziare.

L’arrampicata sportiva è uno sport completo, stimolante e tremendamente divertente. Richiede concentrazione, tecnica, forza, ma anche un bel po’ di creatività.

E rispondo subito all’obiezione più comune: no, non devi essere un super atleta. Per cominciare basta voglia di mettersi in gioco.

In questo articolo ti spiego tutto quello che serve per iniziare ad arrampicare ad Alagna in falesia in modo sicuro, con qualche dritta anche se vuoi migliorare il tuo livello.

Pronto ad arrampicare ad Alagna con vista monte Rosa?

1. Cos’è l’arrampicata sportiva?

L’arrampicata sportiva è una disciplina che si pratica su pareti attrezzate con spit, cioè ancoraggi fissi, su cui si fa sicura con corda e rinvii.

È diversa dall’arrampicata trad (in cui si posizionano protezioni mobili) e dal boulder (che si fa senza corda su blocchi bassi).

L’obiettivo? Salire una via seguendo una sequenza di prese, affidandosi a tecnica, forza e mente lucida.

Può essere praticata in palestra (indoor climbing) o all’aperto, su pareti naturali: in questo articolo ci concentriamo sulla falesia, il terreno perfetto per iniziare a arrampicare ad Alagna e dintorni.

2. Perché iniziare? 5 buoni motivi per arrampicare

3. Cosa serve per iniziare: attrezzatura base

Per cominciare bastano poche cose, e molte palestre o gruppi organizzati permettono di noleggiare l’attrezzatura. Ecco la dotazione minima:

In falesia serve anche una sacca per la corda, possibilmente con telo integrato per non sporcarla. E ad Alagna troverai falesie perfette per iniziare senza stress!

4. Come si impara? Meglio se accompagnati

Il modo più sicuro per iniziare a arrampicare ad Alagna è partecipare a un corso base con istruttori qualificati o guide alpine locali.

Impari i fondamentali della progressione, ma anche e soprattutto la sicurezza: come fare la sicura, come leggere una via, come cadere correttamente, come calarsi.

In alternativa, puoi iniziare in palestra indoor, dove l’ambiente è controllato, per poi passare alla roccia con più esperienza.

5. Tipi di vie e gradi di difficoltà

Ogni via ha un nome (spesso molto fantasioso!) e un grado di difficoltà, che in Italia segue la scala francese (5a, 5b, 6a, 7b…).

La difficoltà dipende da:

6. Come si affronta una via: dalla lettura al “top”

  1. Leggi la linea: cerca gli spit, immagina i movimenti.
  2. Controlla la lunghezza: verifica che la corda sia sufficiente!
  3. Prepara l’attrezzatura: imbrago, rinvii già pronti, nodo alla corda.
  4. Parti concentrato: l’arrampicata è anche una questione mentale.

In cima trovi una sosta attrezzata con moschettoni o anelli da cui calarti. Concorda sempre la manovra prima di partire.

7. Errori comuni (e come evitarli)

8. Allenamento per arrampicata

Non serve essere bodybuilder, ma un po’ di preparazione aiuta eccome. L’ideale è un mix di:

Allenarsi divertendosi è la chiave: varia, sperimenta e punta alla qualità.

9. Etica e sicurezza in falesia

10. Come migliorare: consigli per progredire

Conclusione: una passione che cambia la vita

Arrampicare non è solo uno sport, è un modo di stare al mondo. Ti connette con la natura, con il tuo corpo, con la mente. Ti mette alla prova ma ti regala soddisfazioni pazzesche.

Non importa se il tuo livello è 5a o 8a: ogni via è un viaggio, ogni presa una piccola conquista.

Se sogni di arrampicare ad Alagna immerso nella natura autentica, il primo passo è già fatto.

Vuoi iniziare con una guida? Scrivici. Non vediamo l’ora di insegnarti!

Falesie ad Alagna Valsesia e dintorni

Fum Blatte – Per chi inizia (o vuole divertirsi senza stress)

Situata appena sopra l’abitato di Alagna, questa falesia è perfetta per muovere i primi passi o per una sessione rilassata tra amici. Tiri corti, ben chiodati e con gradi amichevoli (dal 3a al 5b), immersi in un bosco fresco e piacevole d’estate.

Fun’dScotte – Tecnica e precisione

Una falesia storica, con tiri tra il 5c e il 6c+, spesso verticali e tecnici. Il granito qui è compatto e l’arrampicata richiede piedi precisi e buona lettura. Le linee non sono molte, ma sono ben selezionate e chiodate con attenzione.

Ghoddu al Buzzo – Arrampicata con vista

Situata in una posizione panoramica sopra il Buzzo, questa falesia offre tiri dal 5c al 6c+ su muri a tratti leggermente strapiombanti. Il granito è più lavorato rispetto ad altre falesie della zona, e la scalata alterna forza e sensibilità. L’ambiente è selvaggio e affascinante.

Masso di Sant’Antonio – Per chi ha fame di gradi

Una falesia per climber esperti. I tiri partono dal 6c e arrivano fino al 7c+, con passaggi su tacche e reglette che richiedono dita forti e testa lucida. Il contesto è unico: sei ai piedi del santuario, con una vista spettacolare sulla valle. È un posto che mette alla prova, ma ti ripaga in pieno.

Queste falesie sono poco affollate, ben attrezzate e circondate da un ambiente autentico e rilassante. Perfette per chi cerca l’arrampicata lontano dalle mete “instagrammate”.

Il passo successivo? Prova l'alta quota.

La Cresta del Soldato è perfetta per muovere i tuoi primi passi dove l'aria è sottile

Guarda qui le più belle creste di roccia sul Monte Rosa

La Capanna Margherita (4554 m), il rifugio più alto d’Europa, è un traguardo ambizioso per chi sogna l’alta quota. Ma salire fin lassù richiede rispetto, tempo e… strategia.
Il nemico silenzioso? Il mal di montagna, un disturbo comune che può rovinare l’esperienza se non affrontato con consapevolezza.

Per evitare il mal di montagna, la chiave è un acclimatamento graduale. Dormire in quota – intorno ai 2200-2500 metri – è il modo migliore per aiutare il corpo ad adattarsi. E nella zona di Alagna ci sono tre rifugi che fanno al caso tuo: Barba Ferrero, Ospizio Sottile e Ferioli. Non solo utili per l’acclimatamento, ma pieni di anima e atmosfera.

Per evitarlo, la chiave è acclimatarsi gradualmente. Dormire in quota – intorno ai 2200-2500 metri – è il modo migliore per aiutare il corpo ad adattarsi.
E nella zona di Alagna ci sono tre rifugi che fanno al caso tuo: Barba Ferrero, Ospizio Sottile e Ferioli. Non solo utili, ma pieni di anima e atmosfera.

Il Mal di Montagna: cos’è e perché prestare attenzione

Il mal di montagna (Acute Mountain Sickness, AMS) colpisce quando si sale rapidamente sopra i 2000-2500 metri, dove la pressione atmosferica cala e l’ossigeno disponibile si riduce. 

Non importa se sei un principiante o un esperto: il tuo corpo ha bisogno di tempo per acclimatarsi. Sul Monte Rosa, con vette che superano i 4000 metri, conoscerlo è essenziale.

Come Prevenirlo: Strategie Pratiche

Per affrontare l’alta quota in sicurezza, segui questi accorgimenti:

Reazione ai sintomi: se avverti segnali, anche lievi, scendi di quota immediatamente.

Salita graduale: sopra i 3000 m, limita il dislivello a 300-500 m al giorno. La regola “Climb High, Sleep Low” – sali di giorno e dormi più in basso – è un mantra degli alpinisti.

Idratazione: l’aria secca e fredda in quota disidrata rapidamente. Bevi molta acqua ed evita alcol o caffeina, che peggiorano la situazione.

Farmaci: l’acetazolamide (Diamox) stimola la ventilazione e aiuta l’acclimatamento, mentre il desametasone è utile in casi specifici (es. ascensioni rapide). Consulta sempre un medico.

3 Rifugi Perfetti per Acclimatarti al Monte Rosa

1. Rifugio Barba Ferrero (2247 m)

Immerso nella Valsesia e affacciato sul ghiacciaio, il Barba Ferrero è accoglienza calda e natura potente.
Si raggiunge col sentiero 207 passando dal Rifugio Pastore, tra boschi e ponticelli da fiaba. In estate, puoi usare la navetta fino all’Acqua Bianca per accorciare il percorso.

Il gestore Andrea ti accoglie con polenta, tapulone, torte fatte in casa e un leggendario genepì da 30 litri.
Docce calde, camere con vista e un’energia contagiosa: al Barba Ferrero ogni giornata ha il sapore dell’ospitalità vera. Dormire qui è acclimatamento con stile.

2. Ospizio Sottile (2480 m)

Il rifugio più alto d’Europa… nel 1825! Oggi è una finestra sul passato dell’alpinismo.
Nato per proteggere gli emigranti dai pericoli del Colle Valdobbia, l’Ospizio conserva una semplicità toccante.

Il sentiero dalla Valle Vogna è dolce e panoramico. Camere spartane, una chiesetta, una sala da ballo storica: ogni angolo racconta storie.
Un luogo ideale per acclimatarsi con lentezza e profondità.

3. Rifugio Ferioli (2264 m)

Gestito con passione dai volontari CAI, il Ferioli è un piccolo rifugio con una vista da cartolina sul Monte Tagliaferro.
Si raggiunge da Alagna-Pedemonte (sentiero diretto) o da Rima San Giuseppe, via Colle Mud (più lunga e panoramica).

Qui tutto è sincero: zuppe calde, torte di pane, opzioni per intolleranze.
C’è anche una terrazza perfetta per un aperitivo alpino. A venti minuti, un belvedere da favola.

Perché Scegliere Questi Rifugi

Oltre all’acclimatamento, ti offrono ospitalità autentica e momenti che restano.

Tre modi diversi di prepararsi, tutti efficaci e affascinanti.

Ultimi Consigli per la Salita

In alta quota non si improvvisa.

Vuoi salire alla Capanna Margherita o esplorare il Monte Rosa con tranquillità?

➡️ Unisciti al nostro corso di alpinismo con guida UIAGM: imparerai a usare l’attrezzatura, a muoverti sul ghiacciaio e a vivere la montagna in sicurezza.

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La montagna è un test di carattere e tecnica

chi è la miglior guida alpina del monte rosa?

La montagna non regala niente? Regala eccome! Ma ogni passo in salita, ogni cresta affilata, ogni respiro corto sopra i 4000 metri è guadagnato con sudore, allenamento e un pizzico di pazzia. Non basta avere gambe d’acciaio, serve anche la testa. E quando la sfida si fa seria, c’è solo una cosa da fare: affidarsi a chi in montagna ci vive e ne conosce ogni centimetro di roccia e ghiaccio. Parliamo delle migliori guide alpine del Monte Rosa, quelli che sanno come trasformare un’avventura in qualcosa che ti resta dentro.

La montagna è (anche) psicologica

La montagna è una grande maestra. Ti insegna che l’improvvisazione è una pessima idea e che il tuo peggior nemico sei tu stesso, con le tue paure e le tue incertezze

Perchè?

Obiettivi chiari e realizzabili

Se punti alla Cresta Signal senza mai aver messo i ramponi, qualcosa non torna. Serve consapevolezza: conoscere i propri limiti e lavorarci su, un passo alla volta.

Lo stress rimane a valle

Semplice: quando sei su un ghiacciaio, non pensi ai pin ai puk e ai guai che ti porti appresso. Sei concentrato su ogni singolo passo. La montagna ti obbliga a stare nel presente. Un anti-stress naturale!

L’autostima cresce con l’altitudine

Non serve scalare un ottomila per sentirsi soddisfatti. Basta quel passaggio difficile che pensavi impossibile, la vetta raggiunta con fatica, il panorama che ripaga tutto.

La montagna insegna la perseveranza

O trovi la via o torni a casa. Ma se hai pazienza, prima o poi capisci il trucco. Tentativo dopo tentativo, impari. Funziona in montagna come nella vita.

Le migliori guide alpine del Monte Rosa: chi sono e cosa fanno

Ora, salire si può fare anche da soli, certo. Ma certe cose è meglio affrontarle con chi ha l’esperienza giusta. Le guide alpine del Monte Rosa non sono solo accompagnatori, ma maestri di montagna. Ti insegnano a muoverti, a gestire il rischio e, soprattutto, a goderti l’esperienza senza finire nei guai.

Cosa distingue una guida top?

Il Monte Rosa non fa sconti. Ogni passo conta. Sei pronto a metterti alla prova con le migliori guide alpine?

Tre esperienze da provare con una guida

1. Capanna Margherita (4.554 m) – La quota fa la differenza

È il rifugio più alto d’Europa, non una passeggiata. Qui sopra l’aria è sottile e le gambe pesano. Ma la soddisfazione è enorme.

Perché andarci con una guida?

2. Full Immerison 4000 – Il tour dei 4000 del Monte Rosa

Salire, attraversare, spingersi oltre. Questo tour è una danza tra le vette, un gioco di equilibrio tra fatica e meraviglia. Non è una semplice collezione di cime, ma un'immersione totale nell’alta quota, dove ogni passo è un dialogo con la montagna.

Perché andarci con una guida?

3. Punta Dufour – Per chi vuole mettersi alla prova

Cresta affilata, roccia verticale, esposizione totale. La Punta Dufour è un banco di prova per alpinisti esperti, dove precisione e lucidità sono tutto. Qui, ogni passo conta e una guida UIAGM fa la differenza tra una vetta raggiunta e un ritorno forzato.

Perché andarci con una guida?

Come prepararsi per un’esperienza sul Monte Rosa

Se vuoi goderti la salita, devi arrivare pronto. Allenati, allenati, allenati!

Allenamento consigliato:

Conclusione: la guida giusta fa la differenza

Le montagne non cambiano, ma il modo in cui le vivi sì. Affrontare il Monte Rosa con una guida esperta significa vivere un’esperienza di crescita, ridurre i rischi attraverso l’esperienza e la preparazione, e avventura.

La migliore guida del Monte Rosa non è solo quella che ti porta in vetta, ma quella che ti insegna qualcosa di nuovo su te stesso, sulla montagna e sul modo di affrontare le sfide, dentro e fuori dalle Alpi.

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Pareti vertiginose, creste affilate e cime oltre i 4000 metri offrono panorami infiniti e pendii impegnativi. Sui 4000 del Monte Rosa, solitudine, silenzio, allenamento e curiosità si intrecciano in una sinfonia di emozioni, dove gioia e sconfitte si alternano.

Il Monte Rosa non è solo Capanna Margherita. Se l'alpinismo ti ha conquistato, i 4000 del Monte Rosa rappresentano sicuramente l'obiettivo, che desideri raggiungere. Salire con le guide alpine UIAGM rende questa esperienza accessibile e sicura.

Perché salire i 4000 del Monte Rosa con le guide alpine?

Se chiedi alle guide alpine che accompagnano gli alpinisti sui 4000 del Monte Rosa, ti diranno che i loro paesi, come Alagna, Gressoney e Ayas, hanno orizzonti brevi. Questi villaggi, incastonati tra le montagne, offrono spazi limitati. Chi nasce in montagna sente il bisogno di salire, per ampliare la linea del tramonto, e le guide del Monte Rosa adorano farlo. Ti insegneranno come affrontare queste ascensioni, e sono sicuro, che te ne innamorerai anche tu.

I 4000 del Monte Rosa: storia di una salita per molti

Sul Monte Rosa ci sono cime di 4000 metri accessibili a molti, ma non agli inesperti. Un'ascensione davvero appagante è il tragitto, che collega le cime Parrot, Ludwigshöhe e Corno Nero. Questa traversata è una miscela armoniosa di creste e salite ripide, intervallate da tratti più semplici. Si raggiungono tre cime sopra i 4000 metri senza eccessive difficoltà tecniche, completando il percorso in due giorni, con dislivelli moderati. È adatta ad alpinisti con esperienza su ghiacciaio che vogliono salire di livello, ma anche per chi colleziona cime di 4000 metri

La notte in rifugio non è sempre facile

Il primo obiettivo è raggiungere la Capanna Gnifetti, base storica di quasi tutte le salite sul Monte Rosa. Un'ora e mezza di sentiero, con una via attrezzata finale, che regala qualche brivido.

Anche se accogliente, la Capanna Gnifetti è situata a 3647 metri di altitudine. Le stanze sono multiple, con letti a castello, bagni senza acqua e una grande terrazza con vista. L'ambiente è vivace e cordiale, pieno di alpinisti, e la cucina è ottima, attenta a vegetariani, vegani, intolleranti e golosi. Dormire non è semplice, ma riposare è possibile.

Una salita sui 4000 del Monte Rosa non si improvvisa mai

La mattina inizia presto, alle 4 o alle 5, a seconda delle condizioni meteo, delle temperature e del rigelo. In due ore si raggiunge il Colle del Lys, a 4200 metri, con vista sul Cervino. Fermarsi per ammirare lo spettacolo è d'obbligo. Anche se l'impegno è notevole, è equilibrato e ripagato da forti emozioni. Lasciare alle spalle la Capanna Gnifetti tra i rumori ovattati della notte e seguire i passi della guida, con la mente sgombra, è l'inizio di un viaggio indimenticabile. La professionalità della guida che ti accompagna è un valore aggiunto inestimabile.

La Punta Parrot

Protagonista dello skyline di Alagna, con la sua cresta sinuosa e innevata, la Punta Parrot non è così difficile da raggiungere. Arrivare in vetta è un'esperienza emozionante. Dopo un pendio ripido, sbucherai improvvisamente sulla cima. Se hai osservato la Parrot dal basso, saprai che la Valsesia è proprio lì sotto, 3000 metri più in basso. Camminare sulla cresta innevata di questo 4000 del Monte Rosa diventerà presto naturale. La via, fatta di neve con una leggera pendenza, ti condurrà senza fatica attraverso le nuvole. Quando raggiungerai il punto più alto, sarai a 4434 metri.

La Ludwigshöhe

Dalla Punta Parrot, si scende con una pendenza accessibile fino al Colle Sesia. La salita lungo la cresta arrotondata, che conduce alla vetta piatta della Ludwigshöhe, anch'essa oltre i 4000 metri, è breve. Se saprai che la roccia che segna l'antecima è a soli 50 metri dalla vetta, troverai la motivazione per raggiungere la seconda cima del giorno sul Monte Rosa.

Il Corno Nero

Dal Colle Zurbriggen, una breve parete di neve con una pendenza di circa 50° ti condurrà in vetta. La cresta rocciosa, armoniosa e sormontata dalla Madonnina, è incredibilmente affascinante. I movimenti attenti e curati ti faranno dimenticare la fatica, trasformando l'ascensione in una danza tra roccia e ghiaccio. L'alpinismo è appagante quando corpo e mente sono in armonia, e la ricerca dell'equilibrio tra questi elementi supera la fatica.

Il Cristo delle Vette

Dal Corno Nero, si raggiunge rapidamente la base della roccia su cui è collocata la statua del Cristo delle Vette. Anche se non sono favorevole all'antropizzazione della montagna, devo ammettere che questa statua è davvero impressionante. Alta 3,60 metri e esposta alle intemperie a 4161 metri, quando l'ho vista era bianca e scintillante, avvolta in un mantello di ghiaccio. Pur immaginandola fuori luogo, l'ho trovata emozionante. Per raggiungerla, si risale la roccia con l'aiuto di staffe e di una corda fissa.

Vuoi salire i 4000 del monte Rosa ? guarda qui

4633 metri di quota, 21 cime sopra i 4000 metri, 1 rifugio a 4554 metri: la capanna Regina Margherita. Ci piace salire sul monte Rosa per mille motivi

Come fare per salire sul Monte Rosa? Sicuramente per gradi.

L’alpinismo è una filosofia di vita ma soprattutto un percorso, che si migliora con la pratica
Secondo la definizione data dall’UNESCO, che ha inserito l’alpinismo nel Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, è “l’arte di scalare vette e pareti in alta montagna, in tutte le stagioni, su terreni rocciosi o ghiacciati. Implica abilità fisiche, tecniche e intellettuali, attraverso tecniche, attrezzature e strumenti altamente specifici come piccozze e ramponi”.

Va da sé che non si diventa alpinisti alla prima salita, ma attraverso un percorso che passa per gradi e abilità, che si raggiungono progressivamente salita dopo salita, migliorando in consapevolezza, allenamento ed esperienza.
Salire sul monte Rosa è un progetto, un obiettivo, guidato dalla passione, dalla costanza e dalla determinazione.

Come Iniziare se vuoi salire sul monte Rosa

Allenandosi! E’ necessario esercitare il corpo a fare dislivelli di almeno 1000 metri. Non basta fare trekking qualche volta in un anno. Servono continuità e decisione.
L'affaticamento sopra i 4000 metri aumenta di circa il 25%. Per godersi appieno una salita a 4000 metri, è fondamentale prepararsi adeguatamente, migliorando costantemente la resistenza alla fatica durante l'ascesa. Se riesci a salire 1000 metri senza problemi a quote più basse, affrontare la salita a 4000 metri sarà un'esperienza gratificante


Vuoi allenarti con le guide del monte Rosa? clikka qui


Molte volte attribuiamo al mal di montagna il fallimento di una salita. Quando si provano fatica e vertigini, le gambe cominciano a cedere e il peso della salita diventa evidente non è mal di montagna, è mancanza di allenamento. Il mal di montagna è altra cosa: arrivi in rifugio e hai senso di nausea, vomito o forte mal di testa, fatichi a respirare o hai vertigini senza essere sotto sforzo. Se fai fatica, è più probabile che tu non sia sufficientemente allenato. Ricordati che una salita deve essere una esperienza positiva e non una fatica oltre le tue forze. E questo risultato si ottiene solo preparandosi con adeguata consapevolezza.

Come Prepararti quando vuoi salire sul monte Rosa

Sicuramente partecipare a un corso di alpinismo è una scelta saggia. La nostra vita di tutti i giorni non ci aiuta: lavoriamo al PC, passiamo ore in ufficio, viviamo in città iperantropizzate dove abbiamo perso la capacità di gestirci in ambienti naturali. È necessario informarsi per andare in montagna, saper gestire la sicurezza, essere consapevoli dei pericoli e di come muoversi in un ambiente che non è il nostro. Un corso di alpinismo è un passo necessario per chi vuole salire sul Monte Rosa con coscienza e attenzione.


Vuoi partecipare ad un corso di alpinismo sul monte Rosa? clikka qui


Primi Passi sul monte Rosa

Cimentarsi con salite in giornata è fondamentale per chi muove i primi passi nel mondo dell'alpinismo. Il Monte Rosa ha diversi 4000 “facili”. La equilibrata Punta Giordani 4046 m, il Breithorn Occidentale 4164 m ovvero un'immersione totale nell'ambiente del Cervino, la maestosa Piramide Vincent 4215 m o il sorprendente Cristo delle Vette 4167 m sono salite sopra i 4000 metri, che possono essere affrontate da persone alle prime armi, purché abbiano un allenamento adeguato. Mettersi alla prova su queste cime prima di salire in quota per pernottare e fare salite più in alto è una scelta consapevole.


Vuoi provare una salita "facile" sul monte Rosa? clikka qui


Le salite Classiche del monte Rosa

Quando avrai acquisito consapevolezza e allenamento, potrai cimentarti sulle vette più ambite. La salita alla Capanna Margherita è il desiderio di molti. Raggiungere il rifugio più alto d’Europa 4554 m è nei desiderio di molti e sicuramente è un’esperienza incredibile che ti apre orizzonti che non immagini.

Ma se vuoi fare una salita più completa, che ti porta su una vetta con una vista maestosa e non antropizzata, il Castore è la scelta più giusta. La salita ha passaggi ripidi ma mai troppo lunghi ed è coronata da una cresta breve e psicologicamente non troppo impegnativa, che ti consente di confrontarti con l’anima pura dell’alpinismo.

Attraversare il Naso del Lyskamm sulle tracce del mitico Mezzalama è la prima traversata alpinistica con cui confrontarsi se vuoi salire sul Monte Rosa. La traversata del Naso, prominenza tra il Lyskamm Orientale e il Lyskamm Occidentale, offre un percorso alpinistico suggestivo ma non troppo impegnativo, che ti consente di svalicare da ovest a est, percorrendo la base di una cima iconica.

Salire il Polluce richiede l'uso di ramponi e piccozza, con tratti di arrampicata su roccia e neve. È un'esperienza che premia gli alpinisti con viste panoramiche spettacolari, ideale per chi ha una già esperienza in alta montagna. Dopo una partenza relativamente agevole che consente un riscaldamento ottimale, la via normale prosegue con sezioni di arrampicata su roccia di grado II-III che termina su una cresta nevosa. Alcuni passaggi sono dotati di corde fisse per agevolare la progressione.


Vuoi salire una delle vie classiche sul monte Rosa? clikka qui


Le sfide per chi vuole il meglio del monte Rosa

Sul Monte Rosa, molte vette iconiche raccontano la storia delle salite e degli uomini che le hanno aperte. Alcune fanno però ormai parte della memoria collettiva

Punta Dufour – per la Via Normale o per la Cresta Rey

La Punta Dufour è la vetta più alta del Monte Rosa e anche di tutta la Svizzera. Con i suoi 4.634 m, è uno dei principali obiettivi per gli alpinisti delle Alpi Pennine. Sul versante italiano, ci sono due vie di salita molto ambite:

Traversata dei Lyskamm

L'Aerea ed elegante traversata dei Lyskamm è conosciuta come una delle traversate più tecniche delle Alpi. Richiede notevoli competenze di arrampicata su ghiaccio e roccia e si dipana lungo una cresta affilata e spesso vertiginosa che collega il Lyskamm Occidentale a quello Orientale

Un'opportunità straordinaria  per gli alpinisti di misurare le proprie abilità in un ambiente alpino severo e stupefacente.

La Cresta Signal

Salita elegante e preziosa che segue il confine tra i versanti est e sud del Monte Rosa, combinando roccia e terreno misto con difficoltà accessibili ma in ambiente d’alta montagna. Questo percorso ambizioso e aereo rappresenta una delle classiche ascensioni del Monte Rosa, imprescindibile nel curriculum di un alpinista esperto.


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In linea con la crescente sensibilità alla tutela dell’ambiente, l’alpinismo è diventato ogni giorno più popolare. Incoraggiàti a ristabilire il legame tra uomo e natura, che l’industrializzazione ci ha fatto erroneamente trascurare, guardiamo all’alpinismo come mezzo per ritrovare l’armonia perduta.

Ci scopriamo giorno dopo giorno bisognosi di gesti e aspettative non virtuali, che ci ripuliscano dalla routine e ci riportino ad una vita reale. Cerchiamo il confronto con ciò da cui siamo venuti e lo rivisitiamo adeguandolo al nostro tempo.  Ma se di questo legame profondo con le nostre origini siamo consapevoli, è altrettanto vero che 200 anni di disattenzione ci hanno resi orfani di competenze e conoscenze pratiche. Oggi dobbiamo imparare ciò che per i nostri nonni era quotidianità. Dobbiamo recuperare manualità, senso pratico, capacità di osservazione, intuito, coordinamento e consapevolezza che il virtuale ci ha progressivamente sottratto. Scegli un corso di alpinismo e riprenditi ciò che hai perso.

Andare in montagna è un’attività meravigliosa ma bisogna saperlo fare

Spesso, quando pensiamo a un'escursione in alta quota, ci lasciamo affascinare dalle foto emozionanti che vediamo sui social media, con paesaggi grandiosi, cieli azzurri e orizzonti di neve evanescente. Ma dobbiamo ricordare che dietro quelle immagini c'è impegno e necessità di superare difficoltà, non sempre estreme ma comunque poste oltre la nostra confort zone di cittadini, che trascorrono almeno un terzo della propria giornata davanti ad uno schermo azzurrino.
Prepararsi adeguatamente è essenziale, come in qualsiasi altra attività. Contare solo sulla fortuna può essere pericoloso. Andare impreparati può avere conseguenze serie. Soprattutto, quando ci si avvicina alla montagna con l'obiettivo di un piacere ritrovato, non mettersi in situazioni rischiose a causa di errori evitabili che non sappiamo riconoscere, è importante

Scegliere un corso di alpinismo sul Monte Rosa è importante per molte ragioni:

1. Sicurezza: L'alpinismo può essere un'attività pericolosa se non si hanno le competenze necessarie. Un corso fornisce le conoscenze fondamentali per affrontare in sicurezza le sfide che si incontrano in montagna.

2. Preparazione: È essenziale essere ben preparati prima di intraprendere escursioni in alta quota. Un corso di alpinismo ti insegna cosa portare con te senza esagerare e senza dimenticare nulla di vitale per la tua sicurezza.

 3. Valutazione del terreno e delle condizioni meteorologiche: Imparare a valutare il meteo e le condizioni della neve è cruciale per pianificare escursioni sicure. Conoscere i pericoli potenziali e sapere come reagire in caso di incidente ti aiuta a evitare situazioni rischiose.

 4. Utilizzo dell'attrezzatura: Un corso di alpinismo ti insegna come utilizzare correttamente l'attrezzatura specifica, come i ramponi e le corde e ti fornisce le competenze necessarie per muoverti in montagna senza fatica e in sicurezza.

5. Divertimento responsabile: Anche se l'obiettivo è divertirsi, è importante farlo in modo responsabile e informato. Un corso ti fornisce le basi per goderti l'ambiente montano in modo sicuro e rispettoso.

In sintesi, fare un corso di alpinismo ti prepara ad affrontare in modo sicuro e consapevole le sfide dell'ambiente montano, consentendoti di goderti appieno l'esperienza senza rischi inutili.

Qual corso di alpinismo scegliere sul monte Rosa?

Se sei un principiante

Se la tua passione è la montagna e vuoi raggiungere i 4000 m acquisendo le competenze necessarie per intraprendere i primi passi in autonomia, questo corso fa al caso tuo.
Il corso di terra l’11 12 e 13 luglio. I l costo per persona è 620 € Se le condizioni lo consentiranno e il gruppo si sentirà pronto, potresti persino raggiungere la Capanna Margherita. Senza dubbio, tornerai a casa con tutte le competenze necessarie per iniziare.

Vai al corso

Se vuoi fare un’esperienza e renderti autonomo sopra i 3500 m

Se la tua passione è la montagna e vuoi prepararti al fare il passo verso i 4000 m acquisendo le competenze necessarie per intraprendere autonomamente i primi passi, questo corso fa al caso tuo.
Il corso si terra il 13-15 giugno e l’11 13 luglio. I l costo per persona è 620 € Se le condizioni lo consentiranno e il gruppo si sentirà pronto, potresti persino raggiungere la Capanna Margherita. Senza dubbio, tornerai a casa con tutte le competenze necessarie per iniziare.

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Se hai già fatto esperienze in alta montagna e vuoi fare un passo avanti

Se hai già esperienza in alpinismo e cerchi un corso avanzato, questo è quello che fa per te. Approfondiremo le tecniche di sicurezza, l'utilizzo della piccozza e il recupero da crepacci. Inoltre, affronteremo insieme il Naso del Lyskamm per metterti alla prova su pendii ripidi in un ambiente glaciale eccezionalmente suggestivo. Il corso si terrà tra il 18 e il 21 luglio. Il costo per persona è 1100 €.

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Se punti alla vetta più alta

Hai sognato di conquistare la Punta Dufour e sei pronto ad affrontare questa sfida con determinazione e fiducia. Con una settimana di corso di alpinismo sul Monte Rosa avrai l'opportunità di mettere alla prova le tue abilità in modo attento e prepararti al meglio per l'obiettivo finale. Alla fine, tornerai a casa non solo con una comprensione più profonda dell'alpinismo, ma anche con l'orgoglio di aver scalato la vetta più alta del Monte Rosa, diventando un alpinista consapevole e pienamente preparato per le future avventure in montagna. Il corso si effettua con gruppi affiatati su data da concordare. Il costo per persona è di 2600 € per persona.

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E quando sei in cima, non puoi far altro che continuare

La vetta degli Dei

“Andare in montagna è tornare è ritrovare il contatto con la terra, un istinto primordiale che ti riconnette alle origini della vita."
Andrea Degasparis, Guida alpina

"L'alpinismo è meraviglioso, sicuramente lo è. Come tutte le cose inutili. Nessuno ti costringe a farlo, ma tu ci vai, e ciò che trovi in vetta è emozione".
Ioris Turini, Guida Alpina

5 motivi per cui dovresti smettere di scrollare il cellulare e cominciare a fare alpinismo

Salire le montagne cura il tuo corpo
Iniziare a fare alpinismo richiede forza, flessibilità e resistenza ma vedrai il tuo corpo trasformato con equilibrio e armonia. Tono muscolare, resistenza cardiovascolare, coordinazione ed equilibrio in breve saranno al meglio. 

Lo sforzo accarezza la tua mente
Concentrazione, risoluzione dei problemi e determinazione sono caratteristiche necessarie a chi sceglie di praticare l'alpinismo. Esercitarsi nell'arte di mettersi alla prova nonostante la fatica è una carezza per il benessere della tua mente, che si allena non solo alla riuscita, ma a sfidare le tue potenzialità.

La determinazione alimenta il tuo cuore
L’inesplorato e l’oltre, lontano da consuetudini, vita quotidiana, città e rumore ti fanno sentire vivo. Quando insegui con determinazione questo obiettivo, l’amore che ne ricevi da te stesso scalderà il tuo cuore con prospettive nuove ed empatia per il prossimo.

Il silenzio ti rischiara i dubbi
Camminare in silenzio nella natura schiarisce i pensieri. Ti mostra la giusta prospettiva per valutare i limiti dell’io, ponendoti di fronte la vastità del creato.

L’alpinismo insegna la paura
In montagna, è normale provare paura, ma è essenziale non lasciarla trasformarsi in panico. La paura porta con sé un'intensità, che accresce la concentrazione e l'adrenalina, ed è proprio questa intensità che arricchisce l'esperienza. È fondamentale gestire la paura in modo che non diventi paralizzante. Così, affrontandola, potrai gustare appieno ogni momento e alla fine proverai la grande soddisfazione di averla superata.

Come muovere i primi passi sul monte Rosa (e dintorni)

I nostri suggerimenti per iniziare sono semplici: segui attentamente e consapevolmente ogni azione. Ogni attività richiede una certa dose di abilità, ma con l'alpinismo la precisione è essenziale. Devi essere attento a ogni dettaglio: dall'equipaggiamento alla previsione meteorologica, dai tempi previsti per la salita affinché ti consentano di avere il tempo per rientrare, allo studio approfondito dell'ambiente in cui ti muovi. Presta particolare attenzione ad ogni passo, perché nella montagna, la sicurezza viene prima di tutto.

Quali sono le salite più adatta per iniziare a fare alpinismo sul monte Rosa


Ti piacerebbe unirti alle guide del Monte Rosa per un allenamento che non solo ti prepari fisicamente, ma ti consenta anche di adottare uno stile di vita attivo e gratificante?


Scrivici! discuteremo insieme dei dettagli dell'allenamento e dei percorsi previsti. Ci piacerebbe darti tutte le informazioni necessarie per consentirti di prepararti al meglio e partecipare con tutta l'energia e la dedizione che un'esperienza così arricchente merita.

Informati sempre sulle condizioni e guarda le webcam

Prepara con attenzione la tua attrezzatura ma senza eccessi

La scelta dell'attrezzatura giusta dipende dalla salita che hai scelto, dalle condizioni meteorologiche e dalle temperature previste. Per prepararti al meglio, devi considerare le tue abitudini e le tue esigenze personali. Se sei una persona che soffre il freddo, è importante concentrarsi sulla parte superiore del corpo per mantenere il calore. D'altra parte, se le tue gambe tendono a surriscaldarsi, assicurati di indossare abiti leggeri e traspiranti nella parte inferiore. La testa è un punto critico per la dispersione del calore corporeo. Se tendi a soffrire il freddo, assicurati di coprirla adeguatamente. Se non sopporti di avere le tempie scoperte o se le orecchie sono particolarmente sensibili al freddo, proteggile con un cappello o con un copri orecchie.

Quando prepari lo zaino, assicurati di portare con te solo le cose essenziali, evitando di eccedere. Valuta attentamente se gli oggetti che hai scelto sono veramente necessari. Ridurre il peso sulle spalle renderà le tue salite meno faticose. In sintesi, personalizza la tua attrezzatura in base alle tue esigenze specifiche per garantire il massimo comfort e sicurezza durante l'escursione.

Attrezzatura tecnica e non

Riflettendo sulle considerazioni fatte, prendi in considerazione i seguenti consigli:

Allenati, allenati allenati

L'approccio all'alta montagna deve essere graduale. Allenarsi è importante ma senza strafare; va bene allenarsi progressivamente, iniziando con salite su dislivelli più modesti e aumentando gradualmente l'altitudine. Impostare obiettivi realistici e fattibili è fondamentale, ma soprattutto devi trovare gioia nell'attività.

Dedicarsi all'alpinismo deve essere una fonte di gioia, non un ennesimo impegno stressante. Mantieni la tua mente libera e aperta per goderti le emozioni che il percorso ti offre. Tuttavia, è importante affrontare questa sfida con cautela. Come dice Andrea Tamilla, guida del Monte Rosa, "l'alpinismo è una sfida con se stessi. Così come Ulisse fu incantato dalle sirene, anche l'alpinista è attratto dal fascino della montagna e non può evitarlo, ma è fondamentale essere consapevoli dell'importanza del ritorno alla vita quotidiana.

Se non ti senti pronto per affrontare l'alta montagna da solo, considera di iniziare il tuo viaggio con l'aiuto delle guide del Monte Rosa. Questi professionisti possono accompagnarti durante l'allenamento e offrirti corsi introduttivi specifici per prepararti al meglio.

Con l'avvicinarsi dell'estate, senti il richiamo delle montagne e l'attrazione intrinseca dell'alpinismo

Sei pronto/a a metterti alla prova e ad esplorare il mondo dal vertice più alto?

Se vuoi approfondire leggi qui: 5 errori che le guide alpine non fanno


Hai deciso che sarà l’estate 2024 il timing perfetto per realizzare il tuo sogno di diventare un alpinista?

Leggi i nostri consigli di allenamento per raggiungere l’obiettivo capanna Margherita


I fatti che non devi trascurare:

Guarda qui i nostri consigli su attrezzatura, abbigliamento e mal di montagna

Copiati la check list di tutto ciò che non deve mancare:

  • - 5 strati per la parte superiore del corpo (maglia termica, maglia di ricambio, pile, pile più pesante, piumino, guscio antivento)
    - 2 paia di guanti (uno leggero e uno da sci)
    - pantaloni da alpinismo antivento
    - calzamaglia
    - ghette e scarponi da alpinismo
    - due paia di calze da sci
    - cappello che copra bene le orecchie
  • - occhiali da sole con buona protezione solare (protezione 3 o 4)
    - crema solare e protezione per le labbra
    - piccozza, ramponi e imbragatura
    - lampada frontale
    - sacco lenzuolo
    - borraccia/thermos da 1 litro
    - bastoncini telescopici
    - casco (facoltativo)


Fai molta attenzione agli scarponi che userai

Gli scarponi da montagna devono essere caldi, alti alla caviglia e impermeabili. Non vanno bene gli scarponcini da trekking.
Gli scarponi si possono noleggiare. Così avrai la garanzia di avere scarpe adatte con un prezzo ridotto
ad Alagna puoi noleggiare gli scarponi al Base Camp alla partenza degli impianti

Allenamento

Prima della salita ti consigliamo di fare delle escursioni in montagna con circa 1000 metri di dislivello. Fare un dislivello di 1000 metri in 3 ore è un buon punto di partenza per una salita in quota di successo.
Le guide del monte Rosa si allenano insieme tutta la primavera perché allenarsi in compagnia è più motivante e divertente. Alla fine di ogni giornata, con il loro coaching avrai l’opportunità di valutare i tuoi progressi e di ricevere consigli personalizzati su come migliorare la tua preparazione.

Preparazione

Sei allenato ma non ti senti preparato ad usare ramponi e ti preoccupa la progressione in cordata?

Le guide del monte Rosa propongo un corso di tre giorni per iniziare ad esplorare il Monte Rosa con una prospettiva consapevole. Ti insegneranno a prendere confidenza con la quota, imparare ad usare i ramponi, muoversi sul ghiacciaio per raggiungere poi insieme la Capanna Margherita dopo un percorso di coaching che ti farà diventare un alpinista.
Se ti manca l’esperienza il coaching delle guide del monte Rosa è la palestra ideale per arrivare in vetta.

Quando pensiamo agli itinerari di alpinismo sul Monte Rosa non possiamo che immaginare sentieri incontaminati, crinali sospesi nel vuoto, avvistamenti di animali selvatici, torrenti di acqua purissima che scendono a valle... Tutto questo (e molto altro) è una costante per chi affronta i veri itinerari di alpinismo sul Monte Rosa , il massiccio montuoso più esteso delle Alpi, secondo per altezza soltanto al Monte Bianco. Punta Dufour, che con i suoi 4.637 metri sul livello del mare rappresenta la cima più elevata, è forse l'emblema di questa destinazione da brivido, consigliata a chi cerca una salutare scarica di adrenalina senza bisogno di viaggiare fino all'altro capo del mondo. Da luglio a settembre è possibile partecipare alla Gita a Punta Dufour , un trekking impegnativo rivolto a chi vanta un buon allenamento fisico e mentale. Il programma di 2 giorni prevede l'ascensione completa in compagnia di una guida IUAGM, con pernottamento la prima notte presso la Capanna Margherita .

Altro itinerario spettacolare sul Monte Rosa è quello “dei 4.000 metri”, un periplo d'alta quota emozionante come pochi in Europa. Il trekking delle 4 cime sopra i 4.000  tocca alcuni tra i luoghi più significati del massiccio del Monte Rosa: da rifugio Gnifetti alla Capanna Regina Margherita (4.554), per poi passare su Punta Parrot (4.436 metri), Cristo delle Vette (4.167 metri) e Piramide Vincent (4.215 metri). Il tour viene proposto da giugno a settembre e la prossima gita collettiva è prevista per il week end 18-20 luglio. Come sempre la presenza di una guida IUAGM è fortemente consigliata, visto il livello tecnico richiesto e i pericoli disseminati lungo il percorso (occorrono piccozza, ramponi e scarponi da ghiacciaio). E per chi vuole vivere l'esperienza di dormire nel rifugio più alto d'Europa c'è la fantastica escursione alla Capanna Margherita!

 LA GITA ALLA CAPANNA MARGHERITA, SPLENDIDO ITINERARIO

L'itinerario di alpinismo per eccellenza rimane quello che porta il turista e appassionato di montagna al cospetto di sua maestà il rifugio Capanna Regina Margherita. La gita alla Capanna Margherita  è a tutti gli effetti un trekking difficile e tuttavia appagante, da affrontare con calma armati di macchina fotografica, occhiali da ghiacciaio e accessori per l'alta quota. Chi fosse interessato a partecipare può richiedere informazioni al nostro staff compilando il modulo richiesta alla pagina Contatti . I nostri tour portano famiglie, gruppi di amici e amanti della montagna alla scoperta del Monte Rosa e delle sue meraviglie. L'estate è arrivata, vieni a trovarci!
Crea la tua vacanza su misura ad Alagna in meno di 60 secondi!

La gita alla Capanna Margherita è una sfida con se stessi, una prova di resilienza, un desiderio da appagare,  un viaggio nella propria storia personale e soprattutto un'irrazionale e incontenibile avventura in un confronto diretto tra emozioni e sorpresa.
E' una salita in alta montagna, che si può programmare e organizzare ma è necessario mettere in conto che bisogna assecondare gli umori del vento, della neve, della quota  e talvolta diventa necessario sapervi rinunciare. E' un viaggio che inizia quando cominci a desiderarlo e non termina più. Approfondisci con i nostri consigli e i prezzi per la salita alla Capanna Margherita.

Salire alla Capanna Margherita è difficile?

La gita non comporta difficoltà tecniche particolari. Non ci sono punti esposti e rocce da superare; si tratta di un lungo percorso su ghiacciaio da affrontare in cordata, perché attraversa ampie aree dove sono presenti numerosi crepacci. Le guide accompagnano con perizia ma l’ambiente è impressionante e camminare tra le spaccature della neve richiede adattabilità alle situazioni.

Quando si può fare la salita?

La salita si effettua da inizio giugno a metà settembre.  Con il cambiamento climatico in atto le possibilità di trovare un terreno ottimale a giugno rispetto a luglio sono maggiori. Da agosto, il calo delle temperature e le possibili nevicate rendono la salita spesso più agevole.

Chi sale alla Capanna Margherita soffre di mal di montagna?

Salire alla capanna non è di per sé certezza di mal di montagna, ma può essere probabile  anche se in forma modesta o moderata. La vera causa per cui non stiamo bene quando dormiamo ai rifugi Mantova e Gnifetti non è tanto la quota ( circa 3.600 metri sul livello del mare ), ma la capacità e la velocità  fisiologica del nostro corpo  di adattarsi alle condizioni di pressione e quantità d'ossigeno

Per raggiungere l’obiettivo facciamo in auto e poi con gli impianti un salto di 3000 metri in pochissime ore e il nostro corpo fa fatica ad adattarsi. Rallentare è meglio. E’ la fretta della nostra epoca la vera causa dei nostri mali.
Più lento è il percorso, più l'acclimatazione è garantita e anche il successo della gita perché ridurre i tempi di percorrenza, significa avere la possibilità di avere un passo più lento. Fermarsi un giorno a 1200/1600 metri può essere d’aiuto.

Ho solo 2 giorni da dedicare alla salita: posso farla comunque?

La salita in 2 giorni è la scelta più comune e viene chiamata Margherita classica. Per raggiungere la capanna è necessario avere come obiettivo massimo 5 ore di salita  più 2.30/3.00 ore poiché le cordate devono giungere alla meta in tempo utile affinché il rientro non avvenga con temperature troppo elevate affinché le condizioni del ghiacciaio siano ottimali.

Le cordate sono composte da quante persone?

Il numero massimo consentito per un’ascesa alla capanna Margherita è di massimo 5 alpinisti per Guida Alpina. Le cordate con numeri superiori non sono consentite e i professionisti che accompagnano più di 5 persone sono perseguibili.

Quale attrezzatura è indispensabile per una salita alla Capanna Margherita?

Serve abbigliamento da montagna a strati, per proteggersi a temperature che possono scendere anche -20. L’abbigliamento deve essere caldo, comodo e che si possa aggiungere o togliere in funzione delle temperature. Sono indispensabili scarponi impermeabili, caldi e alti alla caviglia. L’attrezzatura tecnica indispensabile è composta da ramponi, imbragatura, bastoni telescopici, uno zaino da 30 litri e piccozza quando richiesta dalla guida che ti accompagna.

La salita si può fare solo con gruppi privati o ci sono gite di collettive o di gruppo?

La salita con un gruppo di amici affiatati è ideale perché sotto sforzo non sempre è facile trovare accordo con il ritmo di compagni di cordata, che possono avere livelli di preparazione diversa.
Per abbattere i costi della salita è tuttavia possibile partecipare ad una salita di gruppo, chiamata anche collettiva. Chi partecipa ad un gruppo collettivo deve essere consapevole che una cordata è un gruppo non omogeneo di persone (max 5) che dipendono le une dalle altre e pertanto è necessario adattarsi al ritmo del più debole. In caso di necessità, se uno dei partecipanti si sente male, la guida può valutare a suo insindacabile giudizio, il rientro a valle di tutto il gruppo.

Posso andare senza una guida alpina?

Si, se  hai esperienza e se hai un compagno di cordata con cui condividi le nozioni fondamentali del comportamento e della condotta di una cordata su ghiacciaio . La salita alla capanna Margherita è considerato uno dei 4000 più facili, ma è comunque un’ascensione su ghiacciaio che arriva a 4554 metri; necessita di competenza alpinistica e conoscenza della montagna  per essere affrontata in sicurezza. Le guide alpine sono professionisti preparati, che conoscono le tecniche per muoversi su ghiacciaio, sanno valutare le condizioni climatiche e l’evolversi delle temperature e sanno misurare la stabilità del manto nevoso oltre che gestire le difficoltà psicologiche delle persone sotto stress da

fatica.

Prezzi per la capanna Margherita

Prezzi per la Capanna Margherita

Gita privata con 1 partecipante1150€
Gita privata con 2 partecipanti650€
Gita privata con 3 partecipanti490€
Gita privata con 4 partecipanti420€
Gita privata con 5 partecipanti370€
prezzi per una gita con mezza pensione in rifugio, impianti, guida UIAGM e spese della guida inclusi

Approfondisci i nostri programmi per salire ai 4554 m della punta Gnifetti dove svetta la capanna Margherita
- Capanna Margherita in 2 giorni 
- Capanna Margherita in 3 giorni
- Capanna Margherita a piedi da Alagna o Gressoney

Con le guide del Monte Rosa trovi la via per emozionarti sul balcone più alto d'Europa, dove lo sguardo spazia tra cime infinite, affidando la tua sicurezza a un professionista e i tuoi desideri alla passione di chi è nato tra queste montagne

After ski e aperitivo ad Alagna; il vademecum

Partiamo dalle basi: l’after ski ad Alagna non è quello di Milano; niente apericena! Dovrai ancora affrontare il tuo pasto serale e non puoi farti cogliere affaticato. Alagna è terra Walser, il nostro mondo ruota attorno a formaggi e salumi del territorio, DeCo e di filiera a km0; tutto buonissimo ma se esageri ti toccherà metterti a dieta al tuo rientro. In nostro consiglio è: bevi bene e tieni posto per la cena. I migliori vini rossi dell'alto Piemonte ad Alagna li trovi.

After ski e aperitivo: dove farlo?

Se al tuo aperitivo vuoi dare un taglio Walser, chiama Zam Tachi e fatti preparare da Ely il mega tagliere con prodotti deco e patate fritte di Otro (solo su prenotazione). Un tagliere così si gusta con i migliori vini rossi; prova il Ghemme Torraccia del Piantavigna, vino elegante e complesso, riconosciuto negli anni per la sua ricchezza, la struttura e gli aromi. Se preferisci lo speziato provalo invece con un Orbello, Coste della Sesia delle Tenute Sella -un mix di uve Barbera, Nebbiolo e Vespolina, color rubino luminoso alla vista e fresco e croccante al palato!
La location è molto suggestiva e garantisce un aperitivo lontano dal caos. Appoggiato sui prati al di là del Sesia, Zam Tachi è il locale ideale se porti i bambini con te.

Al bar Mario nella romantica piazzetta di Riva, l’aperitivo si fa a mezzogiorno, baciati dal sole che filtra dalla Valle Vogna, con vista impagabile sul Monte Rosa. Se sei appassionato di cocktails non cercare oltre, questo è il bar giusto! Da Mario il gin tonic non è mai ordinario e puoi scegliere tra 60 tipi di gin diversi! Il Negroni è fatto a regola d’arte; se hai un cocktail in testa, Mario te lo prepara esattamente come lo stavi pensando e se ti sei svegliato con un “Carrie Bradshaw mood” puoi sempre ordinare un Cosmopolitan.

L’aperitivo romantico si fa a Montagna di Luce, nella frazione di Pedemonte; per il bellissimo dehor con vista sulle frazioni alte di Alagna, per l’ambiente curato ma rustico e intimo. Giona Barinotti, sommelier di famiglia, ci ha suggeriti in confidenza, che secondo lui il miglior vino da aperitivo con le miacce (il piatto tipico da aperitoi di Alagna) è il Barbera. Nel suo ristorante trovi il Bricco dell’Uccellone di Braida, senza dubbio il mio preferito: colore rosso rubino molto intenso, profumo ricco, complesso, di notevole concentrazione, morbidezza e gran classe. Silvia, la padrona di casa suggerisce invece il Cipressi Nizza di Michele Chiarlo, più morbido, rotondo e fruttato, con sentori di frutta rossa, ciliegia matura, lampone e note dolci di tabacco

L’An Bacher Wi (un bicchiere di vino, in tedesco Walser), storico locale del centro, è il pub di culto per chi cerca classe, musica soft e sperimentazione. La lista dei cocktails è studiatissima: Tulum, Daiquiri, bosco magico, Wild River e Love Supreme sono i top five della casa. Ma il nostro preferito è l’Alagna Collins (no, non sono uno spoiler, non do spiegazioni, vai al Bacher Wi e fammi sapere). La lista dei vini del locale fa il giro d’Italia ma qui l’aperitivo si fa con il Gattinara Pietro di Paride Iaretti, il Gattinara Molsino Conterno di Nervi e il Barbaresco Gaja, perché come dice Nietzsche “la perdita dello spirito dionisiaco è all’origine della decadenza del mondo occidentale”, e al Bacher Wi, nel prenderne atto, suggeriscono di farlo con stile.

Alla Chäisscheri l’ambiente è giovane e le ragazze bellissime. In questo locale si beve lo spritz. Abbiamo chiesto a Nancy, la proprietaria, perché. Ci ha risposto: piace a me, piace alle mie ragazze… e a tutti i nostri clienti! Qui l’aperitivo inizia alle 16 con i primi rientri dallo sci. Il posto perfetto dove fermarsi dopo l’ultima discesa se hai scarponi ai piedi, sete infinita e voglia di scaldarti dopo una giornata sulla neve. Se lo spritz non è di tuo gusto opta per un Gattinara Travaglini, vai sul sicuro!

Il pub del momento è la Miacceria. Paolo ed Elodie sono cortesi e sorridenti, tanto attenti alla qualità, che sanno sorprendere con una lista super completa di birre Zam Steg, whiskey, gin e rum di livello. Stuzzicherai con un piattino curatissimo di miacce di Alagna alla toma e saleggia (timo selvatico raccolto negli alpeggi sopra i 1600 m), focaccia e salumi.
In miacceria l’ambiente è solare e la musica è light; dietro al bancone sanno stupirti un weekend dopo l’altro.

Ma se è il vino che stuzzica i tuoi pensieri e non sai scegliere abbiamo chiesto consiglio per te a Daniele Baglione vice sindaco di Gattinara per capire di più dei migliori vini rossi del territorio. Leggi cosa ci ha detto

L’Alto Piemonte racchiude, in un piccolo spazio, come uno scrigno prezioso, tante piccole, grandissime e differenti realtà, un patrimonio straordinario di civiltà. In un territorio, tutto sommato poco esteso, dove il Supervulcano prima e le glaciazioni poi hanno modellato queste terre determinando un’evoluzione geomorfologica diversificata e complessa, che ha contribuito a costituire la straordinaria unicità del terroir dell’Alto Piemonte.

Il deposito lasciato dai ghiacci e il dilavamento alluvionale del Monte Rosa, hanno formato le dolci colline moreniche tra le Prealpi e la pianura.

Sulle colline dell’Alto Piemonte, la coltivazione della vite ha origini remote, come testimoniano i rinvenimenti di vinaccioli addirittura in epoca preistorica e successivamente in epoca romana. Il ricco materiale archeologico rinvenuto testimonia come qui si stanziarono popolazioni primitive, alle quali subentrarono via via i Galli, i Romani e i Longobardi.

La coltivazione della vite fu una costante dell’Alto Piemonte, dove, dall’epoca romana al periodo tardo-antico fino al pieno medioevo, crebbero vigneti anche grazie alle favorevoli condizioni climatiche e pedologiche. Con alti e bassi, la viticoltura in queste terre non s’interruppe mai.

Ecco, in questa porzione di territorio, dove all’inizio del secolo scorso vi era una superficie vitata non meno estesa e non meno importante delle Langhe, si sono sviluppate numerose realtà di grande rilievo, dove l’elemento unificante è però senza dubbio il vino.

Nell’Alto Piemonte troviamo una varietà di suoli che conferiscono ai vini, a seconda della zona di produzione, caratteristiche uniche e particolari. Possiamo, in tal senso, in modo un po’ poetico, suddividere i vini di questo straordinario territorio in quattro categorie: i vini figli del fuoco (Gattinara, Boca, Bramaterra e Coste della Sesia), i vini nati dal mare (Lessona, Bramaterra e Coste della Sesia), i vini emersi dalle acque (Ghemme, Sizzano, Fara e Colline Novaresi), i vini plasmati dal ghiacciaio (Valli Ossolane, Colline Novaresi).

Le colline costituiscono il tratto caratteristico di queste terre e sono anche l’ambiente che presenta la maggior varietà paesaggistica, dalla cui sommità si aprono panorami mozzafiato sulla pianura, sui monti e sul massiccio del Monte Rosa.

I vini dell’Alto Piemonte sono i prestigiosi DOCG: Gattinara e Ghemme e i DOC: Lessona, Boca, Bramaterra, Fara, Sizzano, Valli Ossolane, Colline Novaresi e Coste della Sesia; vini che ben si prestano all’invecchiamento. Ma ci sono anche interessanti “novità” per queste zone: vini giovani, vini bianchi, rosati e spumanti, nonché interessanti varietà riscoperte, come la Vespolina e la Bonarda. Il vitigno Nebbiolo è comunque il re incontrastato, dall’uva Nebbiolo si ricavano vini di grande struttura e longevità.

Assaggiando i vini dell’Alto Piemonte è possibile comprenderne la complessità ed apprezzarne la variegata ricchezza, fatta di vini sontuosi e intriganti, minerali e potenti, rotondi ed eleganti. Un ottimo abbinamento con questi vini sono i piatti della tradizione del Nord Piemonte.

Conosci Gattinara

Vacanze sulla Neve, pensieri sull'inverno in arrivo nel Monterosa Ski

Alagna

Cosa fare e cosa vedere ad Alagna Valsesia Monte Rosa

720 abitanti, 2000 posti letto, 7 ristoranti, 6 bar, 2 tabaccai, 1 edicola, 3 negozi di alimentari, 3 di articoli sportivi, 2 di abbigliamento, 2 noleggi, una merceria e una latteria.

Alagna è un paese piccolissimo ed è per questo che ti piacerà!

Monterosa impianti sci 2018 19

 

il Monte Rosa


Oltre 180 i km di piste del Monterosaski, 4554 metri della capanna Margherita,  3 le valli del comprensorio (Valsesia, Valle di Gressoney e Val d’Ayas), 900 anni intrecciati con la storia Walser, 21 cime sopra i 4000 metri.

Il Monte Rosa è un gigante ed è per questo che ti piacerà!

 

 

Consigli e racconti per conoscere Alagna e viverla davvero

Dove alloggiare

Tutto chiaro su come scegliere la tua location del cuore?
Ora rilassati e leggi questa storia, ti aiuterà ad organizzare la tua settimana bianca

Ad Alagna il tempo è lento, qualche volta ovattato, scandito dalle abitudini e dalle temperature. Quando fa caldo, verso le 10 esce in passeggiata don Carlo, parroco alpinista, che ha la Capanna Margherita nel cuore: è arrivato lassù ben 300 volte. Non lo confondere con Lorenzo, il diacono, che a dispetto della lunga tonaca nera, è goliardico e gentile!
Con il bello e con il brutto, l’ufficio turistico è sempre presidiato da Sonia e Giulia. Sonia conosce Alagna come le sue tasche, perché la sua famiglia è walser da generazioni; per lei Alagna non ha segreti. Ma se vuoi un punto di vista frizzante e giovane devi ascoltare Giulia, che è discendente diretta del teologo Farinetti, che nel 1842 salì con Giovanni Gnifetti la Signal Kuppe. Fatti raccontare da lei la sua storia!
In Chäisscheri quando è appena nevicato non c’è tempo per chiacchiere. Alla partenza degli impianti, Nancy e le ragazze del locale più cool di Alagna, devono scattare per accontentare gli sciatori pronti per la polvere. Ma non le troverai stressate. Io bevo da loro il primo il caffè della giornata, perché sorridono sempre.
Davanti alle biglietterie stazionano le guide del Monte Rosa: Andrea Degasparis (il Dega), walser con la testa dura, che sa farti sciare con poesia, il Tami (Andrea Tamilla), sempre allegro e frizzante, Sergio Gabbio, il mito di molti rider, lo Sbarde, narratore di storia di caccia e di eliski. Non sto a farti l’elenco di tutte le guide, ma imparerai a conoscerle, se il freeride è ciò che ti ha portato ad Alagna.

Ad Alagna il tempo è lento, qualche volta un po’ troppo, ma è il tempo di un paese di montagna, dove tutti sono parte di tutto.

Quest’anno hai scelto le vacanze sulla neve. Cosa ti propone Alagna?

Alagna e il Monte Rosa, un legame che attraversa il tempo

vacanze sulla neve

Il paese piccolissimo e la montagna gigante convivono da secoli: Alagna è più indisciplinata, il monte Rosa più paziente; Alagna si abbraccia alla montagna e il monte Rosa la protegge, talvolta la corteggia, altre la sprona, molto spesso la incalza. E gli alagnesi sono riconoscenti; nella montagna si identificano e riconoscono il proprio destino.

Nelle case più antiche di Alagna c’è una piccola finestra, che guarda in direzione del Monte Rosa, che si apre solo quando muore qualcuno, per liberarne l’anima sui ghiacciai eterni; è la finestra dell’anima, che indica quale sia la strada giusta.

(abbiamo stressato le guide del Monte Rosa per capirne di più : come, dove e quando si può praticare lo steep skiing o sci ripido sul monte Rosa)

Steep skiing o sci ripido: la definizione

Steep skiing sci ripido è l'estrema espressione dello sci fuoripista, che si pratica su pendii sopra i 40°.
Muovendo da questo concetto ci siamo posti una domanda: quando una discesa ripida si definisce estrema?
Se è un dato di fatto che la discesa oltre i 40° si definisce ripida poiché si può misurare, il concetto di estremo implica valutazioni differenti. Perché è il piacere, che ciascuno ne trae, che definisce l’estremo; oltre un dato limite, individuale, il piacere si estingue e diventa altro.

Pertanto siamo giunti alla conclusione, che sia necessario innanzitutto per ciascuno di noi indagare il proprio limite, superato il quale, il piacere perde il suo significato. E in questo non possiamo essere d’aiuto; qui servono confronto con compagni d’avventura, amori, amanti, maesti ma soprattutto un appassionato contradditorio con noi stessi!

Linee di ripido tra Alagna e Gressoney ne trovi tante

dalle classiche di culto ai bigioux nascosti, bazzicati da chi ha fiuto ed esperienza.

Abbiamo pensato di farti un elenco commentato, con focus su quello che noi riteniamo un possibile punto di rottura tra estremo ed eccesso, che sarai tu a dover valutare. Le guide del Monte Rosa ci hanno dato il loro punto di vista sulle discese più belle, lasciando a te il compito di confrontarti con i tuoi limiti, per avventurarti nel campo dell’incertezza, seducente tentazione dell’assenza di ogni ordine.

Non dimenticare mai che non ci sono certezze nello sci ripido, solo variabili poco costanti: alcune più certe come la morfologia del terreno e molte mutevoli come la qualità della neve, le condizioni metereologiche e lo stato psicofisico dello sciatore

A noi piace pensare che lo sciatore del ripido è chi sa corteggiare le discese, aspettando con pazienza il momento giusto, minimizzando la frenesia del risultato, con il sottile piacere dell’attesa, in un confronto constante con se stesso.

Le Classiche

Il Gran Couloir Stolemberg
Bellissimo canale con tratti in pendenza attorno ai 40° si percorre solo con neve assestata, particolarmente esposto alle valanghe. Una ventina di curve (le prime con “accenno” di salto) conducono ai piacevolissimi pendii a 35 gradi continui. L’ ingresso cool per la Balma.

Il Dente Bors
E’ il preferito dei nostalgici della vecchia funivia di Indren, poiché la si percorre da terra a ritroso in quello che era il suo tratto più suggestivo. Corto ma intenso, con un tratto di canale svasato con qualche curva a 40 gradi, scende dei piani della Balma e richiede abitudine ai terreni ripidi. Un breve viaggio nel passato che non si affronta nelle ore calde!

Il Rettilineo
E' il primo canale per mettersi in gioco sul fuoripista ripido vicino agli impianti, che dà accesso al mitico vallone della Balma, “Mecca” del freeride. Ad un accesso non semplice sui 45 gradi con rocce affioranti, seguono ampi pendii che permettono di smaltire l’adrenalina accumulata nelle poche curve saltate dell’ingresso.

L'Obliquo
Di facile individuazione ma…difficile da trovare intonso! Come il rettilineo richiede un buon innevamento ed ottime capacità sciistiche. Pendenza a 45 gradi nella prima parte, poi più semplice.
La giusta quota di adrenalina per il freerider che vuole raggiungere velocemente gli amici più prudenti che percorrono la “facile” Balma classica.

Le Miniere
Canale laterale al Vallone della Balma. L’ inclinazione mai eccessiva (35°) e l’ampiezza del canale rendono questa discesa ripida di ampio respiro, a patto che la neve sia ben assestata. A volte può essere un po’ ghiacciato. Richiesto “buon filo” agli attrezzi. Il nome richiama la presenza di assaggi minerari sui lati del canale. Minatori e sciatori si confondono in una manciata di secoli sulla Balma.

La Malfatta
Una calata 40 m negli stretti e ripidi 45°del canale d’ ingresso  apre le porte a pendii omogeni tra 25 e i 30 ° per più di 1000 metri di dislivello. Il brano che ascolteresti mille volte!

Jakkete/Giachetti/ Jschechette
Un nome particolarmente difficile che crea confusioni. Il toponimo giusto è D’Ize-chetti (alla catena di ferro). Stretto e ripido canale (45°) in ingesso; si allarga progressivamente e sfocia nel vallone d’Olen. Il primo flirt con il ripido. Perfetto per verificare le capacità attitudinali degli sciatori fuoripista provetti che desiderano cimentarsi con il ripido.

I Bijoux

La Vittoria
Il must delle discese ripide invernali del Monte Rosa. L’ ingresso attraverso la cornice di neve, le prime curve a 60° e un traverso molto esposto sono le torri a difesa del pendio di Punta Vittoria, dove la neve polverosa e i 40° d’inclinazione si fondono e regalano allo sciatore del ripido momenti fuori dal comune.

Ds Likke Schloss
Piccolo castello in tedesco Walser, canale sinuoso, incassato tra le bastionate meridionali di Punta Vittoria. Ingresso a 50° e  800m di curve saltate a 45° tra strettoie e balzi. Perfetta conoscenza del luogo, controllo totale degli sci e capacità di intuire le condizioni ottimali della neve sono caratteristiche necessarie per chi ambisce ad entrare nel Piccolo Castello

Il Berni
Ampi e dolci pendii sono il preludio di questo ripido e severo pendio a 45°, in ambiente isolato e selvaggio. La difficile individuazione dell’ingresso e l’esposizione al sole ne fanno una discesa corteggiabile solo da sciatori con esperienza e idee chiare. Grandiosa discesa sotto il ghiacciaio del Lys, DI FRONTE a…dove sciano tutti! 🙂 La ciliegina sulla torta tra le discese di Gressoney.

Non ti buttare a caso, se non conosci e non sei convinto! La prima volta che fai sci ripido sul monte Rosa, scia con una guida alpina local!  Società guide Gressoney - Corpo Guide Alagna - Società guide Champoluc. Lo sci ripido va affrontato con le corrette competenze e le guide del Monte rosa sanno insegnartele!

Le guide del Monte Rosa non ti accompagnano a fare sci ripido, ti insegnano come fare e ti trasmetttono le competenze necessarie!

Scrivici per info e consigli!

Walser Green Paradise: una casa con un peristilio di travi attorno è il tempio dell’uomo?

La fretta, la confusione e l’ansia sono il denominatore comune di questo periodo storico ma possiamo scegliere di cambiare e cercare un equilibrio nuovo in un paese di montagna con ritmi lenti? Ad Alagna ci lasciamo condurre dalla tradizione Walser, che ha saputo attraversare 1000 anni di storia in equilibrio tra natura, antropizzazione e cambiamenti climatici ovvero il nostro walser green paradise.

Alloggia in una baita Walser

L’albergo Montagna di Luce è una baita ristrutturata, con camere intime e accoglienti e una sala colazioni fantastica; la baita Bonda è una casa del 1600 a pochi passi dagli impianti, che ti assicura l’intimità di un'appartamento indipendente e una vista pazzesca; il residence Mirtillo Blu è il posto ideale per le famiglie: una struttura moderna in un villaggio Walser ricostruito, che assicura una vacanza serena in un ambiente armonico.
Una casa di legno con il fascino del passato e il comfort moderno è la soluzione perfetta per riconnetterti con il tuo equilibrio!

Conosci i prodotti Deco, genuini per davvero

Alagna marchia i formaggi e i salumi prodotti sul territorio comunale con l’acronimo Deco (denominazione di origine comunale). Cosa ti garantisce un prodotto marchiato Deco? sono prodotti di animali allevati nei pascoli di Alagna, riconoscono il valore di uno sviluppo sostenibile, hanno controlli rigorosi, contribuiscono alla gestione del territorio. Il nostro consiglio? Chiedi i prodotti Deco nei ristoranti Zam Tachi, Montagna di Luce e alla trattoria Fum Diss dell'agriturismo Biancaneve! Non vediamo l’ora di conoscere la tua opinione

Visita le nostre fattorie e fai la spesa in latteria

Da ottobre a marzo le mucche sono nelle loro stalle. E’ il momento giusto per fare una passeggiata con visita in stalla e conoscere gli animali. La fattoria Muretto propone di adottare una mucca; noi ti suggeriamo di andarli a trovare, passeggiando per le frazioni alte di Alagna, e scoprire come questa famiglia ha saputo far crescere un’attività antica con innovazione e amore. La cascina Felice è la mecca del km 0: Fabio Diego e Mirco producono tome, ricotte, burro, yogurt e primo sale. Una passeggiata lungo il bellissimo sentiero di Shenine (che in tedesco walser significa "ai luoghi belli") è l’occasione giusta per incontrarli e fare una sosta nel loro punto vendita. In centro Alagna trovi invece il la Latteria, il punto vendita della fattoria Muretto, dove genuino e buono sono le parole d’ordine. Un consiglio? Prova lo Zigru, il formaggio acido condito, tipico dei Walser. E’ un sapore diverso ma di certo sorprendente.

Passeggia fino al museo Walser e goditi lo spettacolo di Pedemonte

Da Alagna centro a Pedemonte ci sono circa 900 m; una passeggiata, per raggiungere la frazione di Alagna più conosciuta e fotografata. Pedemonte piace a tutti: sarà per le case Walser intatte, i prati, che la circondano e la monumentale fontana che zampilla al centro della piazzetta da 600 anni, ma anche per il museo Walser, che racconta la storia di una vita semplice ma in armonia con la natura. Il museo è aperto il 7 e 8 dicembre, dal 26 dicembre al 6 gennaio e tutti i giovedì dalle 10 alle 12.30

Vai a Gressoney con gli impianti e conosci i nostri cugini

Alagna e Gressoney sono cugini primi! Anche se ci dividono in 200 km di auto, in linea d’aria i km sono solo 13. La valle del Lys e la Valsesia sono unite dal col d’Olen e dal Passo di Zube, ed è da questi passi, che 900 anni fa i Walser di Gressoney hanno svalicato per colonizzare Alagna. Oggi muoversi tra i due comuni Walser è semplicissimo: con gli impianti del Monterosaski in poco più di un’ora ci si sposta da una all’altra comunità. Noi ti consigliamo di non perderti una giornata a Gressony e toccare con mano affinità e differenze tra i nostri paesi. Come fare? Prendi la funivia per il passo dei Salati, scendi a Staffal e con la navetta in 5 minuti raggiungi Gressoney. La piazza del paese, con la bella chiesa della S.S. Trinità e il piccolo cimitero, l’ecomuseo Walser e la sede delle Guide del Monte Rosa è uno spettacolo.
Vuoi un consiglio su dove fare una sosta? Il Castore&Polluce lounge bar & wine restaurant e il ristorante Wongade, a noi fanno impazzire! Se deciderai di restare a Gressoney per la notte, al Wongade, baita walser originale del 1600, trovi camere davvero fascinose e se sei un cultore della tradizione, chiedi della camera numero 2; vale il viaggio!

Rilassati nella Flower spa del villaggio Baite Rosa

Biosauna, massaggi e docce emozionali nella piccola Flower spa del villaggio Baite Rosa sono il plus che cerchi per la tua remise en forme.

Compra il libro Alagna Valsesia. Censimento delle antiche case in legno di Alrialdo Daverio

e conosci l’architettura di Alagna e il suo autore. Daverio è stato il primo a lanciare un appello affinché venissero salvate le superstiti testimonianze di quel miracolo costruttivo, che fa del paesaggio umano di Alagna, un patrimonio da conservare gelosamente. La colonia tedesca di Alagna ci ha lasciato un'eccezionale testimonianza di armonia nell'architettura delle case di legno e nei molti villaggi che compongono questa comunità. Il libro è una ricognizione delle case in legno di Alagna, raggruppate per area, fotografate e brevemente descritte.

Cammina tra le frazioni della Valle Vogna

Una valle selvaggia e aspra in alcuni tratti, ma coltivata e fascinosa per i molti villaggi walser, è un luogo ricco di contrasti e seduzione. Passeggiare in valle Vogna ti proietta in una dimensione antica, dove il tempo è sospeso ed è il ritmo lento della natura il signore del luogo; fatti accompagnare da una guida che ti introduca ai suoi segreti.

L’offerta turistica può essere coerente con i principi della green economy e del turismo responsabile?
Ad Alagna Walser Green Paradise siamo certi di si.

Aria pulita, cibo sano, paesaggio curato, economia senza sprechi e amore per il territorio sono il nostro progetto quotidiano, per garantire lo sviluppo sostenibile del nostro paese.


Tutti i motivi che ti spiegano perché chiamiamo Alagna è Walser Green Paradise

l) il piano regolatore prevede zero consumo di nuovo suolo: non abbiamo nuove edificazioni previste perché riteniamo Alagna sia perfetta così: armonica nel suo equilibrio di prati, boschi e case, che hanno attraversato i secoli.
2) Alagna produce da sé la sua energia elettrica; abbiamo due turbine e investiamo sul turbinare degli acquedotti. Il fabbisogno degli impianti funiviari e del consumo elettrico è garantito con la produzione estiva e produciamo più energia di quanta ne consumiamo
3) Alagna certifica la qualità dei prodotti tipici locali marchiandoli Deco (Denominazione comunale di Origine). Quando scegli i formaggi, i salumi o il burro marchiati Deco, sei certo che sono prodotti da animali nati e cresciuti all’aria aperta nei pascoli sotto il monte Rosa e che la loro qualità è massima.
4) Entro il 2023 Alagna sarà plastic free. Stiamo progressivamente abolendo le bottiglie  di plastica, garantendo la potabilità dell’acqua del monte Rosa nei ristoranti, nei bar e nei punti vendita, mediante dispenser distribuiti sul territorio, dove potrai ricaricare la tua borraccia con e senza gas.
5) Abbiamo ampliato i parcheggi all’ingresso del paese e limitato l’ingresso alle vetture, per assicurare il giusto equilibrio tra necessità, armonia del paesaggio e qualità della vita.
6) Abbiamo acquistato e bike, che sono noleggiate a prezzi calmierati, presso il Base Camp alla partenza degli impianti, per dare a tutti la possibilità di fare spostamenti comodi e veloci ma green e integrati in una economia sostenibile
7) Abbiamo aperto un centro medico con notevole qualità di servizi, perché siamo consapevoli, che una destinazione è green solo se assicura una elevata qualità di vita.
8) Controlliamo quotidianamente che la raccolta differenziata sia efficiente e il compostaggio diffuso.

Ad Alagna crediamo che la nostra comunità, da sempre abituata a vivere in simbiosi con la montagna, debba conciliare la forte spinta turistica con i principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, perché 900 anni di cultura Walser ci hanno insegnato che questa è la nostra anima, la nostra origine e il solo futuro possibile.

Approfondisci il progetto che abbiamo strutturato con l'Università di Torino 

L’inverno è alle porte: se per te che mi leggi, sci alpinismo e freeride sono un pensiero dominante, se la sera ti addormenti cercando sul cellulare suggerimenti e consigli per trovare la gita dei tuoi sogni e la mattina fai colazione contando il dislivello tra cima e fondovalle, sei atterrato nel posto giusto! sci alpinismo

Le tre valli del Monte Rosa (la Valsesia con Alagna, la Valle del Lys con Gressoney e la val d’Ayas con Champoluc) saranno la tua prossima destinazione per almeno 5 ragioni:

Quali sono i percorsi di sci alpinismo più conosciuti?

Il giro di Zermatt: il periplo attorno al Monte Rosa che in 4 giorni tocca Alagna, Zermatt, Champoluc e Gressoney
La piramide Vincent: la gita con la vista più spettacolare sul versante orientale del monte Rosa e una discesa con il sole in faccia!
La val d’Otro: se uscire dai luoghi comuni è la tua filosofia di vita, lo sci alpinismo nella magica val’Otro è l'esperienza, che non ti aspetti.
La capanna Margherita: la salita più ambita per gli appassionati di montagna; in ambiente invernale è semplicemente magnifica
Il Castore: la discesa su pendii perfetti con i 4000 delle Alpi tutti in vista.

Ma quali sono le gite che le guide del Monte Rosa sognano?

Abbiamo voluto farti un regalo; ne abbiamo intervistate alcune, chiedendo loro: quale è la tua gita del cuore, quella che sogni fin dall’inizio dell’autunno e attendi con apprensione, aspettando le condizioni perfette?

Andrea Tamilla di Alagna ci ha raccontato  che la sua discesa del cuore è il Passo della Coppa. Perché? Ha tutti gli elementi, che per lui, la gita perfetta deve avere: un lago gelato, ampi pendii dove sbizzarrirsi con inversioni e tecnica, una vista magnifica sulla val d’Otro, che per Andrea è la più bella di Alagna; una discesa di gran respiro con finale souvage! Andrea dice che è la gita perfetta, per chi, come lui, si sente scialpinista innanzitutto, ma apprezza la lunghezza delle discese, che con un dislivello accettabile sono raggiungibili dagli impianti del comprensorio.

Ioris Turini di Gressoney ha sogni ambiziosi: punta alla sella tra i due Lyskamm, per poi proseguire verso la cresta del Naso fino alle sorgenti del Lys. Ioris sa, che salire con gli sci sulla cresta dei Lyskamm non sarà facile, ma quando metterà le punte in giù, la sua avventura sarà unica. Sogna questa discesa perché è un mix armonico di solitudine e avventura, preparazione e intuito. Devi essere molto esperto per rincorrere i sogni di Ioris, ma lo puoi contattare se ti ci vuoi confrontare. Il cuore di Ioris batte anche per un discesa più magically wild: il passo dell’Uomo Storto. Il motivo? Scialpinismo allo stato puro: pendii assolati, terreno vario, ripidi canali, che si alternano a vallette sinuose e la stradina di Gender, densa di poesia, che evoca storie di vita e avventure.

Andrea Degasparis di Alagna non ha dubbi: Otro! Dalla coppa o dai canali di Granus. Per lui questa gita è: “un viaggio selvaggio nel mio territorio…ci son nato e la mia famiglia è lì da generazioni…stambecchi camosci e pernici in lontananza… la fiabesca piana di Gender…e l’arrivo ad Alagna da un punto di vista differente, senza mezzi e solo le gambe; un lungo viaggio nella natura”.

Che dire? La val d’Otro è nel cuore delle guide del monte Rosa!

Di opinione diversa è Alberto Zucchetti. Per lui la gita dei sogni è il colle del Lys per scendere nel ghiacciaio del Grenz. L’ambiente wild d’alta montagna e la discesa lunghissima, circondati dalle cime più belle del Vallese, sono il suo obiettivo.

Stesso obiettivo ha Teodoro Bizzocchi. Per lui il ghiacciaio del Grenz è un ambiente fiabesco ma maledettamente "in fuga" dove l'uomo non serve, anzi! Teo quando pensa a questa discesa ha solo tre aggettivi in testa: grandiosa, surreale ed effimera.

Se lo sci alpinismo è la tua filosofia di vita, il monte Rosa è senza dubbio la tua destinazione.

Sapevi che sul Monte Rosa si svolgono alcune tra le gare di sci alpinimo più ambite?

Il Trofeo Mezzalama: la prova di scialpinismo più alta delle Alpi che supera la vetta del Castore (m 4226) e il Passo del Naso dei Lyskamm (m 4150).
La MonterosaSkiAlp: la gara di sci alpinismo notturna disegnata tra le valli d’Ayas e Gressoney sulle piste del comprensorio Monterosa Ski

Leggi i consigli delle guide del Monte Rosa sullo sci Alpinismo

Cerchi la giornata di freeride perfetta? Alagna e Gressoney sono un mito nella testa dei rider, che vivono lo sci come esperienza fuori dalle piste battute. La stazione di Indren, a 3260 m è la porta d’accesso al Monte Rosa e propone avventure senza confini, che non tengono conto dei km di piste battute ma degli ettari di pendii vergini, che la seconda montagna d’Europa offre generosa.

Quali sono le discese cult tra Alagna e Gressoney?

Posso farti un elenco di nomi: la Bettolina, la Malfatta, la Vittoria, la Salza, lo Stolemberg ed elencarti nomi di canali ripidi e sorprendenti come il canale delle Miniere o il D’Ize-chetti (spesso storpiato in Giachetti), il Liekke Shlof e il canale dell’Aquila, che sono appellativi noti nell’immaginario di ciascun freerider.
Ma non è questo l’approccio giusto per progettare la tua vacanza di freeride.

una giornata di freeride perfetta

Come organizzare una giornata di freeride?

Cogli l’attimo, scegliendo il tuo obiettivo tra quelli che la montagna ti propone il giorno in cui sarai sul Monte Rosa.
Se pensi al Monte Rosa come a un immenso parco giochi, dove confrontarti con te stesso, con la natura e  la libertà condivisa, devi avere orizzonti ampi:
Non scegliere un percorso: organizza la tua vacanza e quando sarai nelle valli del Monte Rosa, trova la tua discesa valutando con umiltà il meteo, la stagione e le temperature. L’esposizione di un canale ne determina il tipo di neve, così come il vento, il freddo o una nevicata improvvisa, modellano i pendii.
Non fissarti su una discesa; la Malfatta può essere una discesa spaventosa con neve ventata e il canale Miniere è niente, se la neve è compatta o crostosa.
La giornata di freeride tra Alagna e Gressoney è perfetta se impari a respirare con il ritmo lento della montagna che stai sciando, ascoltando i suoi sussurri e facendo tuoi, i suoi consigli.

Se non sei pronto per fare da solo?

Affidati alle guide del Monte Rosa. Sono ragazzi con la tua stessa passione, nati tra queste valli, che conoscono la loro montagna a menadito; le guide del Monte Rosa e il Monte Rosa si capiscono con uno sguardo, perché la loro è una storia d'amore, che dura nel tempo!

Come si definisce una giornata perfetta di freeride tra Alagna e Gressoney?

Siamo abituati a usare frasi epiche per definire una discesa nella polvere ma una giornata di freeride perfetta noi crediamo sia una avventura nel posto giusto, al momento giusto condivisa con le persone giuste!

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